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9 Agosto 2022: le immagini e le notizie di oggi

(9 Agosto 2022)

(30Science.com) – Roma, 9 ago. – Le immagini e le notizie di oggi.

IMMAGINI

 

 

PRIMO PIANO

Ogni anno stimati almeno 66.000 casi di infezione virus SARS da pipistrelli a uomo in Asia

Il rischio di insorgenza di nuovi coronavirus associati ai pipistrelli in Asia è di circa 66 mila casi di infezione ogni anno. A stimarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati di EcoHealth Alliance, un’organizzazione non governativa con sede negli Stati Uniti che mira a proteggere le persone, gli animali e l’ambiente dalle malattie infettive emergenti. Il team, guidato da Cecilia Sánchez e Peter Daszak, ha utilizzato un nuovo approccio per calcolare e mappare il rischio di potenziali coronavirus legati alla SARS che si diffondono dai pipistrelli agli esseri umani nel Sud-est asiatico. Questo lavoro, commentano gli studiosi, potrebbe essere utile per la progettazione di programmi di sorveglianza e prevenzione nelle regioni in cui gli spillover sono più probabili. Gli autori hanno realizzato modelli di distribuzione per 26 specie di pipistrelli note per ospitare i coronavirus legati alla SARS, per poi mappare le zone in cui le popolazioni umane si sovrappongono a queste specie.

Mediterraneo, razze e squali a rischio nelle zone protette

Nel Mar Mediterraneo, diverse specie di squalo vengono catturate nelle aree marine protette addirittura più frequentemente rispetto a quanto avviene nelle zone non protette. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati della Stazione Zoologica Anton Dohrn, che hanno valutato i tassi di cattura degli squali nel Mediterraneo. Questi risultati, spiegano gli esperti, evidenziano la necessità di una migliore gestione delle aree marine, fondamentale per garantire la conservazione delle specie. Le aree marine protette e parzialmente protette sono promosse come strumento di conservazione per gli elasmobranchi, una sottoclasse di pesci che comprende squali, razze e mante, diverse specie che hanno subito un significativo calo di popolazione a causa della pesca eccessiva. Nel Mediterraneo, scrivono gli autori, gli impatti della pesca su queste specie sono poco studiati, principalmente perché esistono pochi dispositivi di localizzazione sui pescherecci.

INTERVISTA: “aree marine protette funzionano, ma devono essere gestite al meglio”

“Le aree marine protette nel Mediterraneo sono utili per salvaguardare la fauna marina, ma è necessario ottimizzare la loro gestione e la regolamentazione”. Lo spiega a 30Science.com Antonio Di Franco, ricercatore presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn e coautore, insieme a Manfredi Di Lorenzo, Antonio Calò ed altri colleghi di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications. Nell’ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha valutato le catture degli elasmobranchi, una sottoclasse di pesci che comprende squali, razze e mante. Gli esperti hanno utilizzato il campionamento fotografico di 1.256 operazioni di pesca artigianale, per capire quali specie vengano catturate nelle aree marine mediterranee parzialmente protette e in aree non protette. Sono state considerate in totale 11 località in Francia, Italia, Spagna, Croazia, Slovenia e Grecia. “Sebbene la documentazione relativa alla pesca industriale sia piuttosto vasta – affermano i coordinatori dello studio – abbiamo pochi dati relativi alle operazioni di pesca artigianale, anche a causa del fatto che queste barche generalmente non sono equipaggiate con dispositivi di localizzazione”.

APPROFONDIMENTO

Stanchezza e mal di testa i principali sintomi del long covid, lo studio USA

Stanchezza e mal di testa sono stati i sintomi più comuni riportati dai pazienti a più di quattro mesi dal Covid-19. E poi, altri sintomi persistenti sono stati i dolori muscolari, tosse, alterazioni dell’olfatto e del gusto, febbre, brividi e congestione nasale. A rilevarlo, gli scienziati del Medical College of Georgia negli USA in uno studio appena pubblicato sulla rivista ScienceDirect. “Ci sono molti sintomi di cui non sapevamo all’inizio della pandemia, ma ora è chiaro che esiste una sindrome di long Covid e che molte persone ne sono affette”, afferma Elizabeth Rutkowski, neurologo e autore dello studio. Lo studio pubblicato riporta i risultati preliminari dei primi 200 pazienti arruolati nel Covid-19 Neurological and Molecular Prospective Cohort Study in Georgia, o CONGA, che sono stati reclutati in media circa 125 giorni dopo essere risultati positivi al COVID-19 virus. CONGA è stata fondata all’MCG all’inizio della pandemia nel 2020 per esaminare la gravità e la longevità dei problemi neurologici e ha iniziato a iscrivere i partecipanti a marzo 2020 con l’obiettivo finale di reclutare 500 persone in cinque anni. L’80% dei primi 200 partecipanti ha riportato sintomi neurologici con affaticamento, il sintomo più comune, segnalato dal 68,5%, e mal di testa vicino al 66,5%.

Braccia e arti robotici aiutano il cervello a gestire i comandi motori

Robot Alex – Credits-Wearable-Robotics

Le interfacce cervello-robot – apparati in cui l’attività cerebrale controlla i movimenti di un dispositivo robotico che supporta una mano o un arto – hanno mostrato risultati promettenti nella riabilitazione di pazienti con ictus paralizzato. Tuttavia, il modo esatto in cui la terapia influisce sul cervello è ancora sconosciuto, il che rende difficile testare e perfezionare la tecnologia. Una nuova ricerca, guidata dalla Società per le Neuroscienze negli Stati Uniti, è stata pubblicata su JNeurosci ed ha indicato che le interfacce potrebbero funzionare aiutando il cervello a reindirizzare i comandi motori intorno alle aree danneggiate.
Nei sopravvissuti a ictus gravemente colpiti, il controllo cortico-muscolare è disturbato e i movimenti volontari degli arti superiori spesso assenti. Le prove mentali del movimento alterato in combinazione con la fornitura di feedback sensoriale sono suggerite come promettenti esercizi di riabilitazione. La conoscenza dei processi neurali sottostanti, tuttavia, rimane vaga.

 

SALUTE, MEDICINA E SANITA’

Cancro: speranze da piccola molecola che rende disponibile l’immunoterapia a tutti i malati

Docking molecolare di candidati ligandi sulla struttura della proteina PD-L1.Credito video: Dott.ssa Rita Acúrcio

I ricercatori dell’Università di Tel Aviv e dell’Università di Lisbona hanno identificato e sintetizzato una piccola molecola che potrebbe essere un’alternativa più accessibile ed efficace a un anticorpo utilizzato con successo per trattare una serie di tumori. Dietro lo sviluppo pionieristico c’è un team internazionale di ricercatori guidato da Ronit Sachi-Fainaro, Capo del Center for Cancer Biology Research presso la Sackler Faculty of Medicine, Tel Aviv University, Helena Florindo e Rita Guedes dell’Istituto di Ricerca per i Medicinali della Facoltà di Farmacia, Università di Lisbona. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal for ImmunoTherapy of Cancer. “Nel 2018, il Premio Nobel per la Medicina è stato assegnato a James Allison e Tasuku Honjo per il loro contributo allo studio dell’immunoterapia, il trattamento del cancro attraverso l’attivazione del sistema immunitario”, afferma il Satchi-Fainaro. “Honjo ha scoperto che le cellule immunitarie chiamate cellule T esprimono la proteina PD-1 che disabilita l’attività delle cellule T quando si lega alla proteina PD-L1 espressa nelle cellule tumorali. In effetti, l’interazione tra PD-1 e PD- L1 consente alle cellule tumorali di paralizzare le cellule T, impedendo loro di attaccare le cellule tumorali. Honjo ha sviluppato anticorpi che neutralizzano PD-1 o PD-L1, rilasciando così le cellule T per combattere efficacemente il cancro”

Verso la decodifica delle basi molecolari dell’olfatto

Sviluppare una piattaforma di ricerca che potrebbe consentire agli scienziati di studiare i recettori dell’olfatto. Questo l’obiettivo che ha guidato uno studio, pubblicato sulla rivista Science Signaling, condotto dagli scienziati della City University of New York, che hanno ideato un nuovo approccio per decifrare il modo in cui viene percepito l’odore. Il team, guidato da Masayo Omura, ha realizzato una piattaforma di ricerca fino a cento volte più sensibile rispetto ai test precedenti, che potrebbe contribuire a comprendere i meccanismi dell’odore negli esseri umani e potenzialmente in altre specie.

Un kit per 3 mln di italiani a casa con nutrizione artificiale

Circa la metà dei pazienti ricoverati in ospedale per patologie gravi (oncologiche, renali, intestinali, neurologiche, epatiche…) o traumi (incidenti, interventi chirurgici, infezioni) presenta sintomi di malnutrizione. Parliamo di oltre 20 mila persone che non possono per brevi o lunghi periodi alimentarsi in modo naturale o di altri soffrono di malattie croniche che non consentono l’alimentazione naturale fin dalla nascita, come l’insufficienza intestinale cronica benigna, malattia rara che colpisce oltre 600 pazienti in Italia, di cui più di 250 sono bambini. Questi pazienti si devono rivolgere alla nutrizione artificiale per soddisfare integralmente i loro fabbisogni nutrizionali.

Esperto, in montagna attenzione ai disturbi ad alta quota

Dall’iperventilazione alla dispnea fino alle apnee notturne alle alterazioni del sonno e così via. Questi sono alcuni dei disturbi che potrebbero emergere tra coloro che vanno in vacanza in montagna, ad alta quota. A spiegarlo è Daniele Manno, Capitano del corpo militare della Croce Rossa italiana, docente del nuovo corso ECM aperto a tutti i camici bianchi e realizzato con Consulcesi Club. “Ascoltare il proprio corpo e sapere quali farmaci eventualmente assumere per contrastare le comuni ma non trascurabili patologie legate all’altitudine”, raccomanda Manno. L’obiettivo del nuovo corso affidato al paramedico nonché istruttore di remote e military life support è quello di aggiornare e formare i professionisti della salute per prevenire gli innumerevoli e comuni malesseri legati all’altitudine e promuovere una maggiore consapevolezza attorno a quello che succede al nostro organismo quando esposto a condizioni più o meno avverse ed estreme come possono essere quelle dell’ambiente montano.

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Con aumento temperature peggiorerà la salute dei bambini

Una forma fisica ottimale è la chiave per tollerare le temperature più elevate che stiamo vivendo e che in futuro saranno sempre più frequenti. Purtroppo, i bambini di oggi sono sempre più obesi e sedentari e questo sarà presto un problema di salute pubblica. A sostenerlo, i risultati di una nuova revisione completa degli studi attuali sull’argomento condotta dai ricercatori della Università della Ljubljana, Facoltà dello Sport, della Slovenia. In un articolo sulla rivista Temperature, la dottoressa Shawnda Morrison, fisiologa dell’esercizio fisico ambientale, sostiene che livelli record di obesità e inattività fisica tra i bambini significano che sono destinati a sopportare il peso degli effetti negativi sulla salute causati dall’aumento delle temperature globali.

CNR mappa mortalità per ondate di calore tra i coralli mediterranei

Tra il 2015 e il 2019 una serie di ondate di calore ha colpito tutte le regioni del bacino mediterraneo, provocando eventi di mortalità di massa in 50 diverse specie marine come coralli, spugne, macroalghe e anche pesci. Secondo una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Global Change Biology cui ha partecipato l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim), questi fenomeni hanno interessato migliaia di chilometri di coste mediterranee, dal Mare di Alboran sino alle coste orientali, tra la superficie e i 45 metri di profondità.

“Purtroppo, i risultati del lavoro mostrano per la prima volta un’accelerazione degli impatti ecologici associati ai cambiamenti climatici, una minaccia senza precedenti per la salute e il funzionamento dei suoi ecosistemi. Preoccupa, inoltre, l’interazione tra il riscaldamento e la presenza di nuovi patogeni negli ambienti marini con effetti ancora poco conosciuti. Dall’eccezione alla norma, la crisi climatica sta colpendo gravemente gli ecosistemi marini di tutto il mondo e il Mediterraneo è un hotspot di particolare rilievo”, spiega Ernesto Azzurro, ricercatore del Cnr-Irbim.

Deepwater Horizon, dieci anni dopo ancora tracce di petrolio in mare

Fire boat response crews battle the blazing remnants of the off shore oil rig Deepwater Horizon April 21. A Coast Guard MH-65C dolphin rescue helicopter and crew document the fire aboard the mobile offshore drilling unit Deepwater Horizon, while searching for survivors April 21. Multiple Coast Guard helicopters, planes and cutters responded to rescue the Deepwater Horizon’s 126 person crew.

A distanza di dieci anni dal disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, detriti di petrolio minacciano ancora gli ecosistemi marini nella zona. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science, condotto dagli scienziati della Louisiana State University. Nel 2010, a bordo della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, situata nelle acque del Golfo del Messico, si è verificato un violentissimo incendio, che ha provocato il decesso di 11 persone. A seguito dell’incidente, milioni di barili di petrolio si sono riversati nelle acque di fronte alla Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida. Le sostanze chimiche trasformate possono provocare seri impatti sugli ecosistemi locali. Una migliore comprensione dei processi di smaltimento di questi inquinanti potrebbe essere cruciale per la definizione di strategie future di bonifica.

Nuova scoperta per piante più resistenti alla siccità e più produttive

Credit: Farbsynthese, Pixabay.

È stato identificato il meccanismo naturale che aiuta le piante a limitare la loro perdita d’acqua, con scarso effetto sull’assunzione di anidride carbonica (CO2), un processo essenziale per la fotosintesi, la crescita delle piante e la resa dei raccolti. La scoperta, realizzata dagli scienziati dell’Australian National University (ANU) e della James Cook University (JCU), dovrebbe aiutare gli scienziati agrari e i coltivatori di piante a sviluppare colture più efficienti dal punto di vista idrico. La ricerca è stata pubblicata su Nature Plants.
“Le piante perdono continuamente acqua attraverso i pori della ‘pelle’ delle loro foglie. Questi stessi pori consentono alla CO2 di entrare nelle foglie e sono fondamentali per la loro sopravvivenza”, ha affermato il coautore dello studio, Diego Marquez dell’ANU. “Per ogni unità di CO2 guadagnata, le piante in genere perdono centinaia di unità d’acqua. Ecco perché le piante richiedono molta acqua per crescere e sopravvivere. Il meccanismo che abbiamo dimostrato si attiva quando l’ambiente è secco, come in una calda giornata estiva, per consentire alla pianta di ridurre la perdita d’acqua con scarso effetto sull’assorbimento di CO2.”

Creato un nuovo modello per studiare impatto clima in due mln di località

Un framework sviluppato dagli statistici KAUST consente la modellazione di una gamma di set di dati meteorologici e ambientali da un massimo di 2 milioni di località a livello globale.© 2022 KAUST; Heno Hwang

Uno schema di modellizzazione che predice meglio le condizioni ambientali, pur essendo abbastanza efficiente da coprire milioni di posizioni di monitoraggio, è stato sviluppato tramite la combinazione di metodi statistici applicati su una solida piattaforma computazionale. Il nuovo approccio di modellazione, sviluppato dall’Università King Abdullah per la Scienza e la Tecnologia (KAUST) in Arabia Saudita, ha affrontato un ostacolo di lunga data al miglioramento delle previsioni meteorologiche e climatiche, cioè il come implementare statistiche non gaussiane per set di dati geospaziali molto grandi. Il loro modello è stato presentato in occasione dell’International Symposium on Parallel and Distributed Processing (IPDPS).

TECNOLOGIA, MEDIA, SOCIETA’

Nuova interfaccia uomo macchina genera energia e permette di dialogare con altri dispositivi

Un pannello di controllo programmabile basato su generatore magnetoelastico per il controllo remoto degli altoparlanti. CREDITO Il gruppo di ricerca Jun Chen all’UCLA: https://www.junchenlab.com/

Sviluppare un’interfaccia uomo-macchina indossabile, estendibile, economica e impermeabile. Questo l’obiettivo che ha guidato uno studio, pubblicato sulla rivista Applied Physics Reviews, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Los Angeles, che hanno ideato un sistema in grado di controllare dispositivi come computer, lettori musicali e altri sistemi. Il team, guidato da Jun Chen, ha utilizzato un sensore morbido magnetoelastico che converte la pressione meccanica esercitata da un dito in una variazione di campo magnetico. Costituita da un insieme di micromagneti in una matrice di silicone poroso, la tecnologia utilizza inoltre uno strato di induzione magnetica con bobine di metallo liquido modellate che rispondono alle variazioni del campo magnetico e generano elettricità attraverso il fenomeno dell’induzione elettromagnetica. “Grazie alla flessibilità e alla durata del materiale – sostiene Chen – l’array di sensori magnetoelastici può generare potenza stabile in presenza di deformazioni, come rotazione, piegatura e allungamento. Il dispositivo può pertanto essere impiegato come interfaccia uomo-macchina e trasformare le attività biomeccaniche umane in segnali elettrici”.

GB, alcune famiglie prominenti nascondono il 35% delle loro eredità

Alcune dinastie inglesi nascondono almeno il 35 per cento della loro ricchezza ereditata, secondo una nuova ricerca della London School of Economics and Political Science (LSE). I risultati dello studio, pubblicati nel numero di agosto di “The Economic History Review”, si basano su dati storici, utilizzati per rivelare che a quasi 10.000 famiglie “mancano” 9 miliardi di sterline della loro ricchezza. È probabile che questa cifra sia la punta dell’iceberg poiché la ricerca ha monitorato solo la ricchezza di un piccolo gruppo di famiglie d’élite. Il professor Neil Cummins, del Dipartimento di Storia Economica della LSE e autore della ricerca, ha utilizzato documenti successori dal 1892 al 1992 per confrontare la ricchezza dichiarata alla morte prima e dopo il 1920.

ANIMALI

Più lupi e castori per rinnovare il selvaggio West

Un lupo grigio nelle Montagne Rocciose canadesi Foto di Brianna R. su Unsplash

Il ripristino dell’ecosistema degli Stati Uniti occidentali non può prescindere dalla protezione delle specie di lupo grigio, Canis lupus, e il castoro nordamericano, Castor canadensis. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista BioScience, condotto dagli scienziati dell’American Institute of Biological Sciences. Il team, guidato da William J. Ripple, ha esaminato una proposta per un Western Rewilding Network, che comprende 11 grandi aree di riserva già di proprietà del governo federale, nelle quali si dovrebbe dare priorità alla conservazione di due specie chiave, i lupi grigi e i castori nordamericani. Gli scienziati sostengono che la cessazione del pascolo del bestiame su alcune terre federali, insieme al ripristino di queste due specie chiave, potrebbe innescare una serie di effetti benefici per l’ecosistema. Lupi e castori, sottolineano gli studiosi, sono associati a impatti molto ampi sull’ambiente. “Abbattendo alberi e arbusti e costruendo dighe – affermano gli autori – i castori arricchiscono l’habitat dei pesci, favorendo la ritenzione di sedimenti e mantenendo i flussi di acqua durante i fenomeni di siccità”. I lupi condividono un potenziale simile per rimodellare gli ecosistemi e potrebbero contribuire al controllo naturale degli ungulati nativi sovrabbondanti.

Cambiamento climatico sposta balene della Nuova Zelanda verso Sud

Il cambiamento climatico globale avrà un impatto sulla distribuzione delle grandi balene in Nuova Zelanda? A quanto pare sì, stando ai risultati di uno studio di collaborazione internazionale tra l’Università di Zurigo, la Massey University e l’Università di Canterbury in Nuova Zelanda e l’Università di Flinders in Australia. Gli esperti, in un articolo su Ecological Indicators, mostrano che le balene blu e i capodogli si sposteranno a latitudini più basse man mano che gli oceani diventano più caldi. I ricercatori hanno utilizzato un approccio di modellizzazione complesso per proiettare lo spostamento regionale dell’areale di balenottere azzurre e capodogli entro l’anno 2100, in diversi scenari di cambiamento climatico. Lo studio mostra uno spostamento verso sud dell’habitat adatto per entrambe le specie, che aumenta di magnitudo con il riscaldamento dell’oceano. Lo scenario di cambiamento climatico più grave che è stato testato ha generato rispettivamente una perdita e una diminuzione del 61% e del 42% dell’habitat attualmente adatto per capodogli e balenottere azzurre, principalmente nelle acque settentrionali della Nuova Zelanda.

MOBILITA’

Le consegne con i droni sono più ecologiche

I droni che portano i pacchi direttamente alle porte delle persone potrebbero essere un’alternativa ecologica ai mezzi di trasporto convenzionali. Uno studio che ha confrontato l’impatto ambientale di vari metodi di consegna “dell’ultimo miglio” rileva che le emissioni di gas serra per pacco sono inferiori dell’84 per cento per i droni rispetto ai camion diesel. I droni hanno anche consumato fino al 94 per cento in meno di energia per pacco rispetto ai camion. La ricerca, pubblicata sulla rivista “Patterns”, indica che l’utilizzo di droni per consegnare farmaci e altri piccoli oggetti potrebbe ridurre l’impatto ambientale del settore della logistica.

Madrid verso sistema automatico di ricarica per autobus elettrici

L’Empresa Municipal de Transportes de Madrid (EMT Madrid), l’azienda spagnola che gestisce il servizio di trasporto pubblico di superficie nella città di Madrid, ha annunciato che realizzerà un progetto per installare un sistema di ricarica intelligente automatico per un totale di 20 autobus elettrici presso il suo centro operativo di Fuencarral. Il progetto comporterà un investimento di oltre 4 milioni di euro ed è sostenuto da un finanziamento fino al 90 per cento dei fondi Next Generation dell’Unione Europea. Eseguito entro 18 mesi, il progetto sarà diviso in due fasi: un primo termine di 12 mesi per avviare e testare la soluzione su tre autobus elettrici e altri sei mesi per estendere il sistema al resto della flotta del progetto.

USA, deputati premono per normativa sulla guida autonoma

Due membri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti stanno lanciando uno sforzo bipartisan per una normativa federale sulla guida autonoma. I rappresentanti Robert Latta, un repubblicano, e Debbie Dingell, un democratico, hanno detto alla “Reuters” in un’intervista congiunta che hanno dato vita al “Congressional Autonomous Vehicle Caucus” per informare i loro colleghi legislatori sull’importanza dei veicoli a guida autonoma.

New Jersey, 15 milioni all’anno per gli scuolabus elettrici

Il governatore del New Jersey Phil Murphy ha firmato un disegno di legge che richiede al Dipartimento per la protezione ambientale (DEP) dello stato di attuare un “programma per gli scuolabus elettrici” triennale. Il budget è di 45 milioni di dollari o 15 milioni all’anno. Il DEP fornirà sovvenzioni sia per i veicoli a emissioni zero che per l’infrastruttura di ricarica richiesta. Almeno sei distretti scolastici o appaltatori di autobus riceveranno finanziamenti ogni anno.

Cina, vendite veicoli green stabili a luglio

A luglio in Cina sono stati venduti 564.000 veicoli a nuova energia (elettrici, a idrogeno e ibridi plug-in). Si tratta di 7.000 unità in meno rispetto al mese record precedente di giugno 2022, ma le vendite di NEV sono più che raddoppiate rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Dopo dicembre 2021 (505.000 unità) e il record di giugno con 571.000 NEV venduti, luglio 2022 è stato il terzo mese in cui sono stati venduti più di mezzo milione di New Energy Vehicles in Cina.

Siemens e Mahle insieme per ricarica wireless

Siemens e Mahle hanno firmato una lettera di intenti per collaborare alla ricarica induttiva dei veicoli elettrici. Tuttavia, anziché sviluppare la tecnologia, entrambe le società intendono coordinare i rispettivi sforzi nel settore. L’obiettivo è colmare le lacune per garantire la piena interoperabilità tra i veicoli e l’infrastruttura di ricarica. I piani prevedono anche “uno stretto scambio di idee” per sviluppare un sistema completo di ricarica induttiva per veicoli elettrici.

Blue Bird e Lightning offriranno retrofit elettrico per scuolabus

Il produttore di autobus statunitense Blue Bird offrirà un servizio di retrofitting di alcuni dei suoi scuolabus alimentati a carburante per trasformarli in veicoli completamente elettrici insieme a Lightning eMotors. Blue Bird punta a lanciare il programma di riadattamento nel 2023 per i suoi scuolabus Vision Type C costruiti dopo il settembre 2021.

Niu verso scooter elettrico con batteria al sodio

Il produttore cinese Niu prevede di lanciare il prossimo anno il suo primo veicolo elettrico a due ruote con batteria agli ioni di sodio. Il CEO di Niu, Li Yan, ha dichiarato ai media cinesi che Niu vuole tenere sotto controllo i costi di fronte all’aumento dei prezzi delle batterie agli ioni di litio. Le batterie agli ioni di sodio sono più pesanti delle batterie al litio ma più economiche.

Tesla compra 5 miliardi di nichel dall’Indonesia

La casa automobilistica statunitense Tesla ha firmato contratti del valore di circa 5 miliardi di dollari per l’acquisto di materiali per le batterie da società di lavorazione del nichel in Indonesia, secondo quanto riportato dalla “CNBC”.

FODrive lancia noleggio Tesla a San Francisco

La società europea di noleggio di auto elettriche UFODrive ha iniziato ad operare a San Francisco, il primo mercato degli Stati Uniti per i suoi servizi. UFODrive porta sulle strade della città americana due modelli Tesla, ma non esclude di ampliare le sue opzioni di veicoli elettrici in futuro. Il lancio negli Stati Uniti segue la rapida crescita dell’azienda nelle città europee, tra cui Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam e Dublino, dalla sua fondazione nel 2018. UFODrive sta anche pianificando lanci separati per New York e Austin in ottobre.

Baidu, nostra guida autonoma sarà migliore di Tesla

Jidu Auto, azienda di Baidu per veicoli elettrici (EV), sarà una generazione avanti rispetto a Tesla (TSLA.O) in termini di tecnologie di guida autonoma, ha dichiarato l’amministratore delegato di Baidu Robin Li. Jidu mira a essere in grado di consegnare 800.000 delle sue auto “robot” nel 2028, ha affermato l’amministratore delegato di Jidu, Joe Xia Yiping.

Tesla, a luglio calo delle vendite dei veicoli made in China

Tesla ha venduto 28.217 veicoli di fabbricazione cinese a luglio, quasi due terzi in meno di un mese prima, poiché un aggiornamento delle sue linee di produzione a Shanghai ha interrotto la produzione. La casa automobilistica statunitense ha esportato 19.756 Model 3 e Model Y dalla Cina il mese scorso, ha affermato la China Passenger Car Association (CPCA). (30Science.com)

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