Roma – Alcuni moderni nativi dell’Alaska vivono esattamente dove abitavano i loro antenati circa 3000 anni fa. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista iScience, condotto dagli scienziati dell’Università di Buffalo. Il team, guidato da Charlotte Lindqvist, ha eseguito delle analisi genetiche su resti di mammiferi rinvenuti in una grotta nella costa sud-orientale dell’Alaska. Alcuni reperti, riportano gli esperti, erano stati inizialmente associati a un esemplare di orso, ma sono stati ora attribuiti a una donna umana, nominata “Tatóok yík yées sháawat” (Giovane donna nella grotta). Le prime persone che si stabilirono nelle Americhe migrarono dalla Siberia attraverso lo stretto di Bering più di 20 mila anni fa. Alcuni si diressero fino alla Terra del Fuoco, all’estremità del Sud America, mentre altri restarono nelle zone più vicine ai luoghi in cui i discendenti attuali prosperano ancora oggi. “I moderni popoli indigeni dell’Alaska – afferma Alber Aqil, studente di dottorato di Lindqvist – potrebbero essere imparentati con questo individuo preistorico. Attualmente, la regione è abitata da Tlingit, Haida, Tsimshian e Nisga’a”. I ricercatori hanno analizzato il DNA della donna, vissuta circa 3000 anni fa, riscontrando possibili similitudini con i nativi dell’Alaska che oggi occupano la stessa area. In particolare, Tatóok yík yées sháawat potrebbe essere geneticamente vicina ai popoli Tlingit e alle tribù vicine alla costa. Queste analisi, concludono gli scienziati, contribuiscono a far luce sulle rotte migratorie e sulla mescolanza genetica delle diverse ondate di spostamenti umani. (30science.com)
Valentina Di Paola
Non era un orso, ma una donna, l’analisi dei resti ossei di 3000 anni fa trovati in Alaska
(26 Aprile 2023)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).