Roma – Lunghe file, tempi di attesa a dir poco consistenti, difficoltà nella reperibilità del giusto professionista sanitario: sono tutte difficoltà che molto probabilmente ognuno di noi ha sperimentato e che affliggono un sistema sanitario che deve far fronte ad una domanda maggiormente complessa e diffusa di cure e assistenza. La pandemia non solo ha mostrato – in acuto – quanto questa realtà possa risultare critica ma ha anche sottolineato l’urgenza di porvi rimedio, per future emergenze, certo, ma anche per il quotidiano della vita di tutti i cittadini. Ecco che i recenti progressi tecnologici offrono da questo punto di vista una opportunità per integrare e potenziare le tradizionali prestazioni sanitarie, aumentando l’efficacia del sistema, e permettendo allo stesso tempo di ottenere questo risultato con un migliore utilizzo delle risorse in campo. In particolare il campo dell’assistenza continuata e dei controlli periodici, oltre che quello del confronto di esperti possono beneficiare di due strumenti specifici che stanno progressivamente trovando spazio, anche normativo, nel nostro Paese: la televisita e il teleconsulto.
Per quel che riguarda la televisita – così come delineata nell’ Accordo Stato, Regioni e Province autonome del 17/12/2020, Rep. Atti 215/CSR – è un atto medico in cui il professionista interagisce a distanza in tempo reale con il paziente, anche con il supporto di un care-giver. Tuttavia, la televisita, come previsto anche dal codice di deontologia medica, non può essere mai considerata il mezzo per condurre la relazione medico-paziente esclusivamente a distanza, né può essere considerata in modo automatico sostitutiva della prima visita medica in presenza. Il medico è deputato a decidere in quali situazioni e in che misura la televisita può essere impiegata in favore del paziente, utilizzando anche gli strumenti di telemedicina per le attività di rilevazione, o monitoraggio a distanza, dei parametri biologici e di sorveglianza clinica. La televisita è da intendersi limitata alle attività di controllo di pazienti la cui diagnosi sia già stata formulata nel corso di visita in presenza. Durante la televisita un operatore sanitario che si trovi vicino al paziente può assistere il medico e/o aiutare il paziente. Deve comunque sempre essere garantita la possibilità di scambiare in tempo reale dati clinici, referti medici, immagini, audio-video, relativi al paziente.
L’attivazione del servizio di telemedicina richiede l’adesione preventiva del paziente o di familiare autorizzato al fine di confermare tra l’altro la disponibilità di un contatto telematico per la interazione documentale/informativa con Io specialista ed accedere ad un sistema di comunicazione remota secondo le specifiche tecniche e le normative vigenti in materia di privacy e sicurezza. Le strutture sanitarie, compresi gli ambulatori medici e le postazioni sanitarie di telemedicina, devono dotarsi, a tal fine, di sistemi di televisita collegati all’ecosistema dei servizi digitali, sia di tipo regionale che nazionale (Fse, Cup, Ana o Anagrafica regionale, Spid, ecc.).
Nel singolo caso concreto si possono presentare fattori limitanti al compimento della televisita. Anche la valutazione di tali limitazioni è responsabilità medica e dipende da diversi fattori, in primo luogo dal rapporto tra la condizione clinica del paziente e la disponibilità oggettiva sul momento delle risorse tecniche. Ad esempio, per gli anziani l’accesso alla videocall per televisita può non essere fruibile in autonomia tenendo conto delle possibili limitazioni fisiche e neuro-cognitive dell’età; per le disabilità uditive occorrono sistemi di comunicazione scritta in sovrapposizione all’immagine video e di condivisione schermo; per la cecità totale o parziale, ancora, occorrono sistemi che facilitino l’assistenza da parte del caregiver con possibilità di uso di altri eventuali supporti tecnologici.
Quanto al teleconsulto invece questo è un atto medico in cui il professionista interagisce a distanza con uno o più medici per dialogare, anche tramite una videochíamata, riguardo la situazione clinica di un paziente, basandosi primariamente sulla condivisione di tutti i dati clinici, i referti, le immagini, gli audio-video riguardanti il caso specifico. Il teleconsulto tra professionisti può svolgersi anche in modalità asincrona, quando la situazione del paziente lo permette in sicurezza. Quando il paziente è presente al teleconsulto, allora esso si svolge in tempo reale utilizzando le modalità operative analoghe a quelle di una televisita. Lo scopo del teleconsulto è quello di condividere le scelte mediche rispetto a un paziente da parte dei professionisti coinvolti e rappresenta anche la modalità per fornire la seconda opinion specialistica ove richiesto. Il teleconsulto può essere svolto dai medici in favore di qualsiasi paziente, anche in condizioni di urgenza o emergenza e in generale non ha controindicazioni per la sicurezza del paziente. Il teleconsulto, addirittura, è da considerare preferibile ad altre modalità di consulto quando il paziente si trovi in condizioni di non trasportabilità, di difficile mobilità per cause cliniche o ambientali, oppure in condizioni di limitata libertà personale. Solitamente il teleconsulto non necessita di sistemi di videochiamata certificati come dispositivi medici, ma possono servire sistemi certificati per supportare i medici che durante la videochiamata necessitino di gestire file specifici (es. image viewer con funzione di diagnosi, Ris/ Pacs). Anche per il teleconsulto, come per la televisita, tutti i software utilizzati dovranno essere conformi alle norme di legge, alle indicazioni dell’Agid e alle indicazioni nazionali in materia di telemedicina oltre che rispettare le norme vigenti in ambito di privacy (Gdpr).
Naturalmente come ribadito più volte questi strumenti vanno utilizzati caso per caso, con tutta l’attenzione dovuta alle specificità del singolo paziente e tenendo presente l’importanza, se non proprio l’assoluta necessità, che il contatto personale può avere in certe situazioni. Ma fatta questa dovuta tara, si tratta di mezzi che potrebbero permettere al sistema sanitario di crescere nelle sue prestazioni senza diminuire in qualità, anche tenendo bene a mente l’andamento demografico del Paese, che fa supporre un futuro in cui la domanda di assistenza potrebbe tendere a crescere ancora di più.(30Science.com)