Valentina Di Paola

Dall’idioma dipende la percezione del tempo

(7 Febbraio 2023)

La lingua parlata potrebbe essere in grado di influenzare il modo in cui si percepiscono gli eventi futuri e il tempo, condizionando le decisioni legate alla temporalità. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati della Tel Aviv University. Il team, guidato da Ian Ayres, Tamar Kricheil Katz e Tali Regev, ha coinvolto 1163 partecipanti bilingue internazionali in grado di esprimersi in idiomi con concezioni diverse del futuro. Alcune lingue, spiegano gli esperti, sono caratterizzate da una marcatura distinta del futuro, come il francese e lo spagnolo, mentre in altri casi, come il tedesco e l’olandese, i parlanti sfruttano lo stesso tempo verbale in riferimento a eventi presenti e futuri. Gli studiosi hanno offerto a 563 partecipanti una somma di denaro minima o più ingente in base al momento in cui avrebbero preferito rispondere a una domanda. Stando a quanto emerge dall’indagine, la situazione espressa in una lingua con una forte demarcazione del futuro spingeva i partecipanti a optare per una cifra di almeno 50 centesimi più elevata. In un altro test, a 598 persone è stato chiesto di completare compiti online, uno dei quali più divertente dell’altro, offrendo loro la possibilità di scegliere in che ordini ultimarli. Gli autori hanno scoperto che il 67 per cento dei soggetti parlanti di una lingua con il futuro ben distinto tendeva a iniziare con il compito divertente. Al contrario, concludono gli scienziati, solo 60 per cento dell’altra sottocoorte tendeva a selezionare prima l’attività piacevole. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).