(30Science.com) ─ Roma, 30 nov. ─ “Non è possibile pensare che un giorno useremo i wormhole per spostarci da un punto all’altro dell’Universo, tuttavia questo studio è davvero interessante perché ci fornisce un modello su un oggetto che non conosciamo e che difficilmente potremmo osservare in natura.”
Lo ha spiegato a 30Science.com Antonio Riotto, fisico teorico associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) che lavora all’Università di Ginevra e si occupa di gravità e di onde gravitazionali.
Il primo rapporto noto di una “simulazione” quantistica di un wormhole olografico su un processore quantistico è stato pubblicato sulla rivista Nature. La dimostrazione è stata eseguita dai ricercatori del California Institute of Technology utilizzando il processore Google Sycamore e rappresenta un passo verso la possibilità di studiare la gravità quantistica in laboratorio.
“Quello che viene descritto, nell’articolo in generale, è l’idea sia possibile viaggiare da un punto dello spazio e l’altro tramite questi oggetti che vengono chiamati wormhole”, ha spiegato il prof. Riotto. “In fisica teorica adesso ci sono molti studi, tra cui quelli che vengono menzionati nell’articolo, che hanno il fine di studiare particolari maniere in cui la gravità si comporta, soprattutto quando la gravità diventa fortemente interagente. Noi siamo abituati che la forza di gravità sia una delle forze più deboli in natura. In realtà, in alcune situazione, come attorno ad un buco nero, la gravità diventa molto forte. Il problema è descrivere questo regime e ancora adesso non si sa come fare. Inoltre, c’è questo problema per cui la relativa generale di Einstein non è compatibile con la meccanica quantistica.”
“Gli autori dello studio hanno trovato un sistema duale, che non ha niente a che fare con la gravità, in cui però hanno sostanzialmente preso un computer quantistico e lo hanno diviso in due parti”, ha spiegato Riotto. “Hanno creato un messaggio, un’informazione da una di queste due metà e l’hanno fatta passare all’altra metà del computer. Il punto fondamentale è che l’informazione, da un punto all’altro, è passata completamente immutata, come dovrebbe succedere se noi fossimo capaci di passare da un punto dello spazio all’altro tramite un wormhole.”
“Noi sappiamo che in realtà è impossibile passare da un punto all’altro, attorno ad un buco nero, tramite un wormhole. Fisicamente questo è impossibile”, ha affermato Riotto. “Tuttavia, due osservatori che si trovano in queste due zone diverse, si possono trovare all’interno dell’orizzonte del buco nero, quindi in realtà possono comunicare se entrambi cadono all’interno dell’orizzonte.” (30Science.com)