Alessandro Berlingeri

La leggendaria mappa del cielo di Ipparco è stata scoperta in Egitto

(20 Ottobre 2022)

(30Science.com) ─ Roma, 20 ott. ─ Il leggendario catalogo di stelle dell’antico astronomo greco Ipparco, cioè la prima mappa conosciuta del cielo notturno ritenuta da tempo perduta, è stata ritrovata nascosta all’interno di una pergamena medievale proveniente da un monastero in Egitto. James Evans, storico dell’astronomia presso l’Università di Puget Sound a Tacoma, Washington, ha descritto il ritrovamento come “raro” e “notevole”. L’estratto è stato pubblicato su Journal for the History of Astronomy ed in un approfondimento su Nature.
Nascosto sotto i testi cristiani, hanno scoperto quello che sembra essere parte del catalogo di stelle perdute da tempo dell’astronomo Ipparco, ritenuto il primo tentativo conosciuto di mappare l’intero cielo. Evans ha dichiarato che questo prova che Ipparco, spesso considerato il più grande astronomo dell’antica Grecia, ha davvero mappato i cieli secoli molto prima di altri tentativi conosciuti. La scoperta ha illuminato anche un momento cruciale nella nascita della scienza, cioè quando gli astronomi sono passati dalla semplice descrizione dei modelli osservati nel cielo alla misurazione e alla loro previsione.
Il manoscritto proveniva dal monastero greco-ortodosso di Santa Caterina nella penisola del Sinai, in Egitto, ma la maggior parte delle sue 146 foglie, o fogli, sono ora di proprietà del Museo della Bibbia di Washington DC. Le pagine contengono il Codex Climaci Rescriptus, una raccolta di testi siriaci scritti nel X o XI secolo, ma il codice è un palinsesto, la pergamena è stata raschiata via dal testo più antico dallo scriba in modo che potesse essere riutilizzata.
Si pensava che la scrittura più antica contenesse ulteriori testi cristiani e, nel 2012, lo studioso biblico Peter Williams dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, ha chiesto ai suoi studenti di studiare le pagine come progetto estivo. Uno di loro, Jamie Klair, individuò inaspettatamente un passaggio in greco spesso attribuito all’astronomo Eratostene. Nel 2017, le pagine sono state rianalizzate utilizzando immagini multispettrali all’avanguardia. I ricercatori della Early Manuscripts Electronic Library di Rolling Hills Estates, in California, e dell’Università di Rochester a New York hanno scattato 42 fotografie di ciascuna pagina a diverse lunghezze d’onda della luce e hanno utilizzato algoritmi informatici per cercare combinazioni di frequenze che migliorassero il testo nascosto. Nove fogli hanno rivelato materiale astronomico, che, secondo la datazione al radiocarbonio e lo stile della scrittura, è stato probabilmente trascritto nel V o VI secolo.
Si pensa che Ipparco sia stato ispirato dal suo contatto con gli astronomi babilonesi e che abbia avuto accesso a secoli di osservazioni precise. I babilonesi non avevano alcun interesse a modellare il modo in cui il Sistema Solare fosse organizzato in tre dimensioni ma, a causa della loro fede nei presagi celesti, fecero osservazioni accurate e svilupparono metodi matematici per modellare e prevedere i tempi di eventi come le eclissi lunari. Con Ipparco, questa tradizione si è fusa con l’approccio geometrico greco, ha detto Evans, e “l’astronomia moderna ha davvero avuto inizio”. (30Science.com)

Alessandro Berlingeri
Adoravo parlare di Fantascienza con mia madre prima di dormire e tirar fuori strane teorie anziché ascoltare le favole della buonanotte. La conseguenza? Una laurea in Fisica all’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" con una tesi sui “Metodi per la Ricerca di Pianeti Extrasolari”. Mi dedico dal 2008 alla Divulgazione Scientifica ovunque sia possibile, nelle scuole, in grandi eventi pubblici, in musei, in grandi strutture scientifiche di Roma, radio, televisione, internet.. ovunque! Ho affiancato il tutto alle mie passioni di tutta una vita: il nuoto, la musica, il cinema ed ogni sfaccettatura nerd che si possa immaginare.