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Cannabis la pianta più antica: si coltivava già 12mila anni fa in Cina

(10 Dicembre 2021)

(30Science.com) – Roma, 10 dic. – La coltivazione della cannabis è iniziata ben 12mila anni fa, in quella che oggi è la Cina nord-occidentale. “E’ una delle piante coltivate più antiche“, afferma Luca Fumagalli ricercatore dell’Università di Losanna in Svizzera che ha guidato uno studio di ricerca basato su un’analisi dei genomi di 110 piante provenienti da tutto il mondo, pubblicato su Science Advance.

Lo studio suggerisce, inoltre, che solo circa 4mila anni fa gli agricoltori hanno iniziato a coltivare specie specifiche per la produzione di farmaci o fibre. “L’utilizzo era diversificato, è stata usata per fibre, cibo e petrolio, e forse per scopi medici e ricreativi”. Sappiamo ancora poco della coltivazione della cannabis – commenta il ricercatore – perché è difficile entrare in possesso della vasta gamma di piante che esistono al mondo necessarie per gli studi, a causa di problemi legali. Molte evidenze suggeriscono che la cannabis sia originaria dell’Asia centrale perché diverse quantità di ceppi crescono spontaneamente. ‘Anche se cresce facilmente un po’ ovunque’, aggiungono gli esperti, ‘ecco perché si chiama erba. Per questo studio, Fumagalli ha coinvolto ricercatori di tutto il mondo ed è riuscito a raccogliere e sequenziare circa 80 diversi tipi di piante di cannabis coltivate o che crescono spontaneamente. Nell’analisi, sono state incluse anche 30 genomi sequenziati in precedenza.

L’originario antenato selvatico della cannabis sembra essere estinto, ma i ceppi che crescono nel nord-ovest della Cina sono i suoi parenti viventi più stretti. La datazione genomica di circa 12mila anni si adatta bene alle prove archeologiche, tra cui ceramiche con segni di cordoni di canapa che appaiono in questo periodo.
Nello studio, i ricercatori sono stati in grado di individuare molti dei cambiamenti genetici causati dall’allevamento selettivo agricolo. Ad esempio, i ceppi di canapa allevati per la produzione di fibre hanno diverse mutazioni che inibiscono la ramificazione.

Queste piante crescono più alte e hanno più fibre nel fusto principale. I ceppi allevati per la produzione di farmaci, al contrario, hanno mutazioni che aumentano la ramificazione, risultando in piante corte con più fiori. Ciò massimizza la produzione di resina. I ceppi di farmaci hanno anche molte altre mutazioni che aumentano la produzione di tetraidrocannabinolo o THC, la principale sostanza psicoattiva. La canapa era una coltura importante fino a circa un secolo fa, ma è diminuita a causa dello sviluppo di fibre sintetiche come il nylon. Ora c’è una ripresa dell’interesse per la cannabis per la produzione di fibre e per scopi medici e ricreativi, con un numero crescente di paesi che depenalizzano il possesso o la coltivazione di marijuana. I risultati, sostengono gli esperti, aiuteranno gli allevatori a ottimizzare le piante di cannabis per scopi diversi. (30Science.com)

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