Emanuele Perugini

Ricerca Italiana: lunghezza dell’infanzia umana correlata alle abitudini alimentari

(13 Ottobre 2022)

(30science.com) – Roma, 13 ott. – Un nuovo studio pubblicato su “Science Advances” rileva che le abilità negli umani legate alla ricerca di determinate risorse alimentari aumentano lentamente nel corso dell’infanzia. Questi risultati supportano una teoria secondo la quale il lungo periodo di sviluppo dell’infanzia negli esseri umani potrebbe essere un risultato evolutivo legato alla diversificazione alimentare della nostra specie e alla necessità di apprendere complesse abilità di foraggiamento. Alcuni ricercatori hanno teorizzato che il nostro periodo di sviluppo – che è relativamente lungo rispetto ai primati non umani – potrebbe essere semplicemente il risultato della nostra lunga durata di vita. Tuttavia, altri ritengono che la lunga infanzia umana sia il risultato della nostra maggiore dipendenza da fonti difficilmente accessibili di foraggiamento. “Anche se gli scimpanzè non disdegnano gli organi amilacei delle piante – spiega a 30Science.com uno degli autori dello studio, Ilaria Pretelli, – e, quando possono, si impegnano parecchio nella caccia, la loro dieta rimane largamente composta da frutta, che è il tipo più semplice di risorse che noi utilizziamo. Le altre grandi scimmie sono ancora meno inclini a nutrirsi di risorse particolarmente complesse, per esempio i gorilla appaiono soddisfatti di nutrirsi di, basicamente, insalata. È quindi ragionevole pensare che ad un certo punto, durante la nostra storia evolutiva, la nostra dieta si è arricchita di cibi che scappano o che sono abilmente nascosti nelle viscere della terra. L’ipotesi che consideriamo nell’articolo è che questo cambiamento sia avvenuto in combinazione con un cambiamento nella tempistica degli avvenimenti della nostra vita, questa life history, che ha quindi portato all’evoluzione di uno specifico periodo dell’infanzia come strategia per permettere di imparare a sfruttare queste risorse complesse.” Gli autori hanno studiato l’ipotesi “evolutiva” della lunghezza della nostra infanzia in modo dettagliato compilando un set di dati di studi pubblicati sui rendimenti del foraggiamento, inclusi i dati relativi a 714 bambini e adolescenti di 28 società in tutto il mondo. Considerano quattro risorse che differiscono per complessità – frutta e risorse marine, che richiedono meno forza e conoscenze individuali per essere raccolte e selvaggina e tuberi, che richiedono strumenti specializzati, conoscenza e maggiore forza, per essere ottenuti – i risultati mostrano che i rendimenti del foraggiamento aumentano costantemente durante l’infanzia e l’adolescenza: all’età di 5 anni, il bambino medio ha raggiunto circa il 20 per cento della produttività che avrà raggiunto all’età di 20 anni e circa il 50 per cento entro i 10 anni. Questi dati tenderebbero a confermare che i bambini necessitano di lunghi periodi di “apprendistato” per sviluppare le più avanzate tecniche di raccolta cibo e che per conseguenza, probabilmente, la nostra infanzia relativamente lunga sarebbe uno strumento evolutivo connesso alle nostre peculiari esigenze alimentari. Non mancano naturalmente ancora molti punti oscuri da esplorare come spiega la stessa Pretelli, con riguardo alla rilevanza dei fattori sociali in questa evoluzione: “è un argomento largamente inesplorato nella letteratura sulle strategie di caccia e raccolta: l’importanza del gruppo sociale per la performance degli individui che fanno foraging. Non sorprenderà nessuno sapere che gran parte delle attività di caccia e raccolta sono condotte in gruppo, con due o più individui che collaborano o lavorano fianco a fianco per raccogliere una o più risorse. Questo ovviamente implica che spesso qualità che sono detenute da un solo individuo possono essere automaticamente generalizzate all’intero gruppo: per esempio anche se un bambino non ha la minima idea su dove trovare della frutta matura, può comunque raccoglierla una volta che un genitore o un amico più esperto lo hanno portato nei pressi della suddetta frutta.” (30science.com)

Emanuele Perugini
Sono un giornalista. Sono nato nel 1970 e ho cominciato a scrivere nel 1994. Non ho più smesso. Nel corso della mia carriera ho scritto molto di scienza, di ambiente, di salute cercando di portare la scienza e la profondità dell'analisi scientifiche in ogni ambito di cui mi sono occupato.