(30science.com) – Roma, 3 ott. – La scissione dell’acqua attraverso la luce potrebbe rappresentare un approccio promettente per realizzare la produzione sostenibile di idrogeno. A compiere un passo significativo verso questa direzione uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Catalysis, condotto dagli scienziati del Centro di chimica dei nanosistemi presso la Julius-Maximilians-Universität Würzburg (JMU). Gestire la transizione verso un’economia energetica sostenibile e azzerare le emissioni di anidride carbonica costituiscono i due step fondamentali per contrastare la difficoltà climatica. In questo scenario, l’idrogeno è considerato un’alternativa promettente ai combustibili fossili e può essere derivato dall’acqua tramite elettricità. Il team, guidato da Frank Würthner e Niklas Noll, ha sviluppato un metodo per ottenere idrogeno dall’acqua attraverso un processo simile a quello che in natura avviene durante la fotosintesi delle piante. Le specie vegetali utilizzano infatti un complesso apparato molecolare, noto come fotosistema II, che divide la molecola d’acqua in un atomo di idrogeno e due di ossigeno. In un progetto precedente, i ricercatori hanno ideato una sorta di enzima artificiale in grado di gestire la prima fase della scissione dell’acqua. Gli esperti hanno ora ottimizzato il processo, facendo sì che la sofisticata reazione avvenga in un unico centro di rutenio, un raro metallo. “Abbiamo creato una tasca artificiale attorno al catalizzatore di rutenio – afferma Würthner – nella quale le molecole d’acqua per il trasferimento di elettroni seguono una disposizione definita, in modo simile a quanto avviene negli enzimi”. “Il nostro approccio – concludono gli autori – potrebbe migliorare i processi catalitici. L’obiettivo a lungo termine è integrare il catalizzatore di ossidazione dell’acqua in un dispositivo artificiale che possa scindere l’acqua in ossigeno e idrogeno con l’aiuto della luce solare”. (30science.com)
Valentina Di Paola
Creato enzima artificiale che scinde l’acqua e produce idrogeno
(3 Ottobre 2022)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).