Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Molti Italiani difendono i procioni anche se rappresentano una seria minaccia ecologica

(23 Luglio 2025)

Roma – Anche se si tratta di una specie che sta mettendo a rischio i nostri ecosistemi, il procione (Procyon lotor) riscuote grande sostegno tra gli Italiani, segnalando una mancanza di informazione sulle conseguenze ambientali delle specie invasive. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri, e pubblicato su Biological Invasions. “L’opinione pubblica – spiegano gli autori – gioca un ruolo chiave nel determinare le decisioni relative alla gestione della fauna selvatica. Il Regolamento (UE) n. 1143/2014 sottolinea l’importanza della sensibilizzazione e dell’educazione pubblica nella lotta alle specie aliene invasive. Tra queste, il procione nordico (Procyon lotor) è diffuso in gran parte d’Europa. In questo studio, abbiamo indagato la percezione pubblica dei procioni allo stato brado in Italia, concentrandoci sulla consapevolezza, sulle risposte emotive e sulle strategie di gestione preferite”. I ricercatori hanno somministrato 1696 questionari rivolti all’intera popolazione italiana. La grande maggioranza dei partecipanti (96,0 per cento) aveva già sentito parlare dei procioni prima di questo sondaggio. Le principali fonti di informazione attraverso cui le persone avevano appreso del procione erano articoli scientifici o divulgativi (34,6 per cento del totale), seguiti dai media tradizionali come giornali, radio e televisione (31,0 per cento) e dalle conversazioni con amici o conoscenti (17,3 per cento). Solo il 12,6 per cento di tutti i partecipanti aveva ricevuto informazioni sui procioni tramite canali social come internet, social network e blog. Il livello elevato di consapevolezza pubblica è confermato dal fatto che l’89,9 per cento dei partecipanti è stato in grado di distinguere il procione da altre specie osservando una fotografia. La maggioranza dei partecipanti (57,6 per cento) ha affermato che sarebbe felice di incontrare un procione durante una passeggiata, mentre il 27,6 per cento si sentirebbe infastidito dalla sua presenza e il 14,8 per cento risulterebbe indifferente. Una percentuale maggiore di donne (63,0 per cento) apprezza la presenza del procione rispetto agli uomini (50,6 per cento) e alle persone non binarie (0,0 per cento). Tuttavia, non è emersa alcuna differenza tra i gruppi con livelli di istruzione diversi. Inoltre, le persone con più di 45 anni apprezzano maggiormente l’incontro con un procione rispetto a quelle sotto i 45 anni (63,3 per cento contro 51,6 per cento, rispettivamente). I membri di ONG ambientaliste e di associazioni professionali (ad esempio, la Società Italiana dei Mammiferi) si sono mostrati più infastiditi dalla presenza del procione (50,7 per cento) rispetto a chi non è affiliato a queste organizzazioni (24,5 per cento). Il motivo principale indicato da chi è favorevole all’eradicazione del procione è che si tratta di una specie che non dovrebbe essere presente nei nostri ambienti (52,2 per cento dei rispondenti favorevoli o molto favorevoli alla sua rimozione), seguito dall’impatto negativo sulla flora e fauna locali (24,7 per cento). Il motivo principale a favore della conservazione del procione è invece il piacere di osservare la fauna selvatica durante le passeggiate (36,4 per cento), seguito dalla percezione della “tenerezza” del procione (21,6 per cento). Le percentuali di partecipanti favorevoli o contrari alla rimozione del procione erano comparabili (31,7 per cento contro 31,2 per cento), mentre il 19,3 per cento dei partecipanti si è dichiarato molto favorevole e il restante 17,8 per cento non ha espresso un’opinione. Per quanto riguarda la strategia di gestione preferita, i risultati hanno mostrato che, tra le strategie di rimozione, quella più apprezzata è la “prevenzione tramite divieti di commercio e detenzione”. “I nostri risultati – concludono gli autori hanno evidenziato una vasta gamma di reazioni emotive. La maggior parte dei partecipanti ha espresso sentimenti positivi, mentre altri hanno manifestato emozioni negative come paura e disgusto. Sottolineiamo qui la necessità di strategie di comunicazione mirate per affrontare le preoccupazioni del pubblico, sfatare falsi miti e aumentare il sostegno verso misure di controllo efficaci per specie invasive così carismatiche”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla