Lucrezia Parpaglioni

Gli adolescenti passano il 21% di ogni viaggio in auto guardando il telefono

(3 Luglio 2025)

Roma – Messo in luce un fenomeno preoccupante: gli adolescenti trascorrono in media il 21% di ogni viaggio in auto guardando il cellulare. Lo rivela un recente studio condotto da Rebecca Robbins, del Brigham and Women’s Hospital, e dal suo gruppo, che coinvolge ricercatori, dell’Università di Harvard, del Virginia Tech Transportation Institute, dell’Università del Massachusetts e dell’Università Tecnica di Monaco. I risultati, pubblicati sulla rivista Traffic Injury Prevention, evidenziano quanto l’uso del telefono sia la distrazione più comune tra i giovani alla guida. La squadra di ricerca ha raccolto dati da oltre mille giovani conducenti negli Stati Uniti, chiedendo loro di stimare quanto tempo dedicassero al telefono durante la guida. Non solo, hanno anche approfondito la durata degli sguardi sullo schermo, scoprendo che più di un quarto di questi momenti durava almeno due secondi, un intervallo di tempo che aumenta drasticamente il rischio di incidenti stradali. Le motivazioni principali che spingono gli adolescenti a distogliere lo sguardo dalla strada sono legate all’intrattenimento, come ascoltare musica o video, seguite dall’invio di messaggi e dall’uso del navigatore. Nonostante siano ben consapevoli dei pericoli, molti ragazzi percepiscono che anche i loro coetanei si comportano allo stesso modo, creando una sorta di norma sociale che rende difficile resistere alla tentazione del telefono. Interessante è il fatto che, pur riconoscendo i rischi, la maggior parte degli adolescenti si sente sicura di poter controllare questa abitudine e di non lasciarsi sopraffare dalla pressione sociale. Questo dato offre un importante spunto per interventi educativi mirati, che potrebbero puntare proprio a rafforzare questa fiducia e a modificare le percezioni riguardo all’uso del cellulare alla guida. Gli autori dello studio suggeriscono alcune strategie pratiche per ridurre questo comportamento pericoloso, come l’attivazione della modalità “Non disturbare” durante la guida, tenere i telefoni fuori dalla portata dei giovani e assicurarsi che dormano a sufficienza, poiché la stanchezza può aumentare il rischio di distrazione. Va però sottolineato che lo studio ha alcune limitazioni: il numero ridotto di interviste qualitative e l’esclusione di scuole in aree urbane potrebbero limitare la rappresentatività dei risultati. Per questo motivo, i ricercatori auspicano ulteriori studi che coinvolgano campioni più ampi e diversificati. In definitiva, questo lavoro offre un quadro dettagliato e aggiornato su un problema di grande attualità, sottolineando l’importanza di campagne di sensibilizzazione e interventi mirati per migliorare la sicurezza stradale tra i giovani. Cambiare le norme sociali e incoraggiare comportamenti più sicuri potrebbe salvare molte vite. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.