Lucrezia Parpaglioni

Il più grande studio di fase 3 promette un trattamento per l’ipertensione

(27 Maggio 2025)

Roma – Lorundrostat, un nuovo inibitore selettivo dell’aldosterone sintasi, ha mostrato risultati promettenti nel più grande studio di fase 3 condotto finora su un trattamento per l’ipertensione non controllata o resistente. Lo dimostra lo studio guidato da Manish Saxena, co-direttore clinico del William Harvey Heart Centre della Queen Mary University di Londra e specialista in ipertensione presso il Barts Health NHS Trust, presentato al Congresso Europeo sull’Ipertensione e la Protezione Cardiovascolare. Questo trial globale, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha coinvolto 1.083 pazienti adulti che non avevano raggiunto l’obiettivo pressorio nonostante l’assunzione di due-cinque farmaci antipertensivi. Lorundrostat, somministrato a 50 mg una volta al giorno, ha prodotto riduzioni clinicamente significative e sostenute della pressione arteriosa sistolica: una diminuzione media di 16,9 mmHg alla settimana 6, con una riduzione aggiustata per placebo di 9,1 mmHg, e di 19 mmHg alla settimana 12, con una riduzione aggiustata di 11,7 mmHg. Il meccanismo d’azione di lorundrostat consiste nell’inibire l’enzima CYP11B2, responsabile della sintesi dell’aldosterone nelle ghiandole surrenali, ormone che contribuisce alla regolazione della pressione arteriosa e il cui eccesso è associato a ipertensione resistente e complicanze cardiovascolari. L’ipertensione colpisce circa un adulto su tre nel mondo, con oltre il 40% dei pazienti che non raggiungono i target terapeutici con le terapie attuali, sottolineando l’urgenza di nuove opzioni terapeutiche. Lo studio ha inoltre evidenziato un buon profilo di sicurezza di lorundrostat, senza segnalazioni significative di effetti avversi gravi, confermando il potenziale di questa molecola come nuova opzione terapeutica per milioni di pazienti affetti da ipertensione resistente o non controllata. In conclusione, i risultati dello studio Launch-HTN rappresentano una pietra miliare verso l’introduzione di una nuova classe di farmaci inibitori dell’aldosterone sintasi, aprendo la strada a trattamenti più efficaci e mirati per l’ipertensione, una delle principali cause di malattie cardiovascolari a livello globale.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.