Valentina Di Paola

Test precoci per ridurre il rischio di cadute per gli anziani

(23 Maggio 2025)

Roma –  Sottoporre le persone anziane a un test precoce mirato potrebbe ridurre il rischio di cadute pericolose. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sul Journal of Experimental Biology, condotto dagli scienziati della Stanford University. Il team, guidato da Jiaen Wu, Michael Raitor, Guan Tan, Kristan Staudenmayer, Scott Delp, Karen Liu e Steven Collins, ha coinvolto 10 volontari sani di età compresa tra 24 e 31 anni, che sono stati dotati di un’imbracatura attorno alla vita, fissata anteriormente, posteriormente e lateralmente a corde e marcatori. Il sistema, che comprendeva 11 telecamere, ha permesso di monitorare il movimento di varie parti del corpo durante una camminata su tapis roulant. Con il passare del tempo, spiegano gli esperti, l’organismo perde alcune funzionalità, in termini di capacità di visione, forza e fluidità di movimento. Questi cambiamenti provocano una caduta all’anno in circa un terzo della popolazione con più di 65 anni, provocando serie conseguenze. Tuttavia, le cadute possono essere prevenute, almeno in parte. “I piccoli deficit di equilibrio – afferma Wu – possono passare inosservati finché il paziente non cade effettivamente. Il nostro obiettivo era proprio quello di individuare precocemente questi piccoli cambiamenti”. Nell’ambito del lavoro, i ricercatori hanno misurato vari aspetti della camminata dei partecipanti, come la prevedibilità del posizionamento del piede e lo spostamento laterale del baricentro. Ai volontari è stato poi chiesto di indossare tutori per la caviglia, una maschera per bloccare gli occhi e una serie di elementi per imitare i cambiamenti che si verificano con l’invecchiamento. In questa seconda sessione, la previsione dell’ampiezza di ogni passo sembrava molto più complicata. Confrontando le valutazioni di ogni persona, non tutti i parametri si sono rilevati efficaci nel prevedere i problemi di equilibrio. Nello specifico, solo tre delle sei misurazioni effettuate prima delle difficoltà si sono rivelate efficaci nel prevedere il rischio di caduta: la differenza tra la larghezza di ogni passo, la differenza tra la velocità di ogni passo e la posizione dei piedi. Anche il modo in cui i partecipanti recuperavano l’equilibrio dopo una trazione non sembrava influenzare la capacità di previsione del rischio di caduta. Considerando la deambulazione di ogni individuo, i ricercatori hanno scoperto che la media del gruppo era meno efficace nell’anticipare i problemi di equilibrio rispetto all’analisi della persona prima e dopo la disabilità. “Normalmente – conclude Wu – i medici valutano la deambulazione di una persona solo quando inizia ad avere problemi di mobilità. Il nostro lavoro suggerisce che analizzare la deambulazione prima dell’età avanzata potrebbe fornire un segnale di allerta precoce per il rischio di cadute”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).