Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’Amazzonia potrebbe sopravvivere a un lungo periodo di siccità, ma a caro prezzo

(16 Maggio 2025)

Roma – La foresta pluviale amazzonica potrebbe riuscire a sopravvivere alla siccità a lungo termine che il riscaldamento globale porterà con sé, ma questo adattamento avrà un prezzo molto caro. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università di Edimburgo e pubblicato su Nature Ecology & Evolution. I risultati della ricerca i dimostrano che gli sforzi per far fronte agli effetti del cambiamento climatico potrebbero portare alcune parti della foresta pluviale amazzonica a perdere molti degli alberi più grandi. Ciò rilascerebbe nell’aria la grande quantità di carbonio immagazzinata in questi alberi e ridurrebbe la capacità immediata della foresta pluviale di fungere da importante pozzo di carbonio.

Per giungere a queste conclusioni gli autori per un periodo di 22 anni hanno sottoposto un’area di un ettaro di foresta pluviale nella parte nord-orientale dell’Amazzonia brasiliana a condizioni di siccità prolungata. L’esperimento è iniziato nel 2002 con l’installazione di migliaia di pannelli trasparenti sopra il terreno per deviare circa metà dell’acqua piovana verso un sistema di grondaie, allontanandola dagli alberi. La maggior parte degli alberi più grandi dell’area studiata è morta durante i primi 15 anni dell’esperimento, dopodiché la foresta si è stabilizzata. I risultati del team mostrano che, nei sette anni successivi alle ingenti perdite iniziali di biomassa, la disponibilità di acqua per gli alberi sopravvissuti è aumentata. I test condotti su questi alberi rimasti hanno dimostrato che non erano più soggetti a stress da siccità. Nel complesso, l’area ha perso oltre un terzo della sua biomassa totale: tronchi, rami, fusti e radici, dove il carbonio viene immagazzinato nella vegetazione viva. Perdite così diffuse in tutta l’Amazzonia comporterebbero il rilascio di enormi quantità di carbonio da parte della foresta pluviale, riducendo notevolmente la sua capacità immediata di fungere da pozzo per le emissioni derivanti dalle attività umane, afferma il team. L’autore principale, il dott. Pablo Sanchez Martinez, della School of GeoSciences dell’Università di Edimburgo, ha affermato: “I nostri risultati suggeriscono che, sebbene alcune foreste pluviali possano sopravvivere a periodi di siccità prolungati causati dai cambiamenti climatici, la loro capacità di fungere sia da riserva di carbonio che da pozzo di carbonio potrebbe essere notevolmente ridotta”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla