Roma – Con scelte politiche coraggiose e coordinate – in termini di emissioni, diete, spreco alimentare ed efficienza idrica e di utilizzo dell’azoto – l’umanità potrebbe, entro il 2050, riportare la pressione sull’ambiente ai livelli del 2015. E’ quanto emerge da un innovativo studio guidato dall’Università di Utrecht e pubblicato su Nature. “I nostri risultati – afferma l’autore principale, il Prof. Detlef Van Vuuren – dimostrano che è possibile tornare a livelli più sicuri, ma solo con un cambiamento deciso e sistemico”. Il lavoro di ricerca parte dal quadro dei cosiddetti “Limiti planetari”, quei confini relativi a diversi processi ambientali superati i quali la Terra non offrirebbe più condizioni adatte ad una vita prospera dell’uomo. Ad oggi, gli scienziati stimano che sei di questi nove limiti siano già stati superati tra i quali quelli relativi al cambiamento climatico, all’integrità della biosfera e alla disponibilità di acqua dolce. Gli autori del nuovo studio hanno abbinato il quadro dei Limiti planetari a un Modello di Valutazione Integrata completo, il Modello Integrato per la Valutazione dell’Ambiente Globale (IMAGE), che descrive lo sviluppo umano futuro e i possibili impatti sull’ambiente globale. Il modello ha previsto i risultati per otto dei nove confini planetari in diversi scenari futuri, inclusi quelli caratterizzati da un’azione di politiche ambientali incisiva. Utilizzando proiezioni per il 2030, il 2050 e il 2100, lo studio mostra che, con le tendenze attuali, si prevede che tutti i limiti planetari, ad eccezione dell’esaurimento dell’ozono, saranno superati entro il 2050. Non tutto però è ancora perduto: portando avanti con decisione cinque specifiche linee di azione si potrebbe riportare la pressione sul nostro pianeta a un livello pressoché pari a quello del 2015. Le linee di azione sono: Mitigazione dei cambiamenti climatici : raggiungere l’obiettivo di 1,5°C dell’accordo di Parigi attraverso una riduzione aggressiva delle emissioni di gas serra; Cambiamento nei consumi alimentari: un passaggio diffuso verso diete sane e rispettose dell’ambiente, come definito dalla Commissione EAT-Lancet; Riduzione degli sprechi alimentari: dimezzare gli sprechi alimentari globali riducendo le perdite nelle catene di approvvigionamento e il consumo eccessivo; Miglioramento dell’efficienza nell’uso dell’acqua: riduzione del prelievo di acqua per energia, famiglie e industria del 20 per cento e per l’irrigazione del 30 per cento, per garantire la sostenibilità ambientale; Miglioramento dell’efficienza nell’uso dell’azoto: aumento dell’efficienza nell’uso dei nutrienti in agricoltura al 70-80 per cento entro il 2050, rispetto al 50 per cento attuale. “Il messaggio è chiaro. Possiamo ancora invertire la curva”, afferma Van Vuuren. “Il pianeta è gravemente malato, ma non è certamente ancora in fase terminale”.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Con i giusti interventi le lancette dell’impatto ambientale umano possono tornare al 2015
(14 Maggio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla