Roma – In caso di catastrofe globale le fattorie urbane e i campi immediatamente adiacenti alle aree urbane convertiti a coltura, potrebbero insieme salvare dalla fame la popolazione di una città di medie dimensioni. E’ quanto emerge da uno studio guidato da Adapt Research Ltd e pubblicato su PLOS One. Gli autori hanno calcolato stime del potenziale dell’agricoltura urbana e periurbana per soddisfare le esigenze post-apocalittiche di Palmerston North, in Nuova Zelanda, una città di medie dimensioni con un clima temperato abbastanza rappresentativo di molte città in tutto il mondo. Utilizzando l’analisi delle immagini di Google Earth, i ricercatori stimano che la sola agricoltura urbana potrebbe sfamare solo circa un quinto della popolazione di Palmerston North. Tuttavia, coltivare almeno 1.140 ettari aggiuntivi di terreno vicino alle aree urbane potrebbe garantire la sicurezza alimentare dell’intera città. Dedicare altri 110 ettari alla produzione di biocarburanti potrebbe anche coprire il fabbisogno di carburante della città per i macchinari agricoli. L’analisi suggerisce che, in condizioni climatiche normali, i piselli rappresentano la migliore coltura agricola urbana per massimizzare l’apporto proteico e calorico riducendo al minimo il fabbisogno di terreno. In scenari di inverno nucleare – il raffreddamento globale causato da una guerra nucleare su larga scala – barbabietole da zucchero e spinaci sarebbero le colture favorite. Le colture ottimali per le aree urbane sono le patate in condizioni climatiche normali, mentre grano e carote in caso di inverno nucleare. I metodi di questo studio potrebbero essere applicati da altre città per valutare la propria sicurezza alimentare e orientare i preparativi per aumentare la resilienza in caso di crisi globale. L’autore principale, il Dott. Matt Boyd di Adapt Research, ha dichiarato: “Durante una catastrofe globale che sconvolgesse gli scambi commerciali, le importazioni di carburante potrebbero cessare, con un impatto significativo sulla produzione alimentare industriale e sui sistemi di trasporto che mantengono pieni gli scaffali dei nostri supermercati. Per sopravvivere, le popolazioni dovranno localizzare drasticamente la produzione alimentare nelle nostre città e nei dintorni. Questa ricerca esplora come possiamo riuscirci”..(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla
In caso di cataclisma le fattorie urbane potrebbero contribuire alla salvezza delle città
(9 Maggio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla