Lucrezia Parpaglioni

Fungo intestinale simbiotico previene le malattie epatiche nei topi

(6 Maggio 2025)

Roma – Identificato un nuovo alleato contro le malattie epatiche: il fungo intestinale simbiotico Fusarium foetens, un fungo simbiotico che vive nell’intestino e che produce una molecola che si è dimostrata in grado di invertire la progressione della malattia nei topi. A farlo uno studio condotto da Shuang Zhou, assieme ai colleghi della Peking University, in Cina, pubblicato su Science. Utilizzando una tecnica innovativa chiamata FiChips, che replica in situ l’ambiente fecale, il gruppo di ricerca ha isolato 161 specie fungine da campioni umani raccolti in tutta la Cina, tra cui proprio F. foetens, capace di colonizzare l’intestino anche in assenza di ossigeno e presente in modo diffuso nei dataset globali del microbioma umano. Nei modelli murini di steatoepatite associata a disfunzione metabolica, MASH, i topi trattati con F. foetens hanno mostrato un’inversione della progressione della malattia, con riduzione del peso e degli enzimi epatici, meno steatosi, infiammazione e fibrosi. L’effetto protettivo è mediato da un metabolita fungino, FF-C1, che inibisce l’enzima intestinale CerS6, coinvolto nei disturbi metabolici e nella sintesi delle ceramidi. La presenza di FF-C1 riduce l’accumulo di lipidi nocivi nel fegato, migliorando significativamente i parametri patologici della MASH nei topi. Questi risultati suggeriscono che il microbioma fungino intestinale rappresenta una fonte ancora inesplorata di composti bioattivi con potenziale terapeutico per le malattie epatiche metaboliche, aprendo nuove prospettive per la ricerca e lo sviluppo di terapie innovative. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.