Roma – La scomparsa delle barriere coralline potrebbe rallentare il cambiamento climatico. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Berna e presentato a una conferenza dell’Unione Geofisica Europea. Il cambiamento climatico sta causando un aumento della temperatura e dell’acidità degli oceani, rendendo più difficile per i coralli costruire e mantenere i loro scheletri minerali. Alla fine, le barriere coralline potrebbero iniziare letteralmente a dissolversi. E se da un lato questo esito rappresenterebbe un disastro ecosistemico dall’altro potrebbe portare a un rallentamento del cambiamento climatico stesso, aumentando la capacità degli oceani di assorbire l’anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera. Entro la fine del secolo, calcolano gli studiosi, gli oceani potrebbero assorbire fino a 400 megatonnellate di carbonio in più all’anno. Una quantità superiore alle emissioni annuali dell’Australia o del Regno Unito. I coralli, colonie di minuscoli animali invertebrati chiamati polipi, costruiscono i loro scheletri a partire da un minerale chiamato carbonato di calcio. Loro e molte altre creature marine formano questa sostanza bianca e pietrosa estraendo ioni carbonato dall’acqua e bloccandoli in forma solida. Gli scheletri dei coralli trattengono il carbonio, impedendone l’ingresso nell’atmosfera, quindi potrebbe sembrare controintuitivo che il loro scioglimento possa migliorare lo stoccaggio di carbonio degli oceani. Ma sciogliere il carbonato di calcio riduce l’acidità del doppio rispetto al rilascio di carbonio; nel complesso, tale dissoluzione contribuisce a ripristinare l’equilibrio del pH degli oceani e aumenta la loro capacità di assorbire CO2 dall’atmosfera . Nel nuovo lavoro, gli autori hanno utilizzato un modello computerizzato chiamato NEMO-PISCES per simulare il declino delle barriere coralline e i suoi effetti sul ciclo del carbonio negli oceani con il riscaldamento globale. Hanno testato diversi scenari climatici, che vanno da casi più ottimistici in cui le emissioni di carbonio alla fine diminuiscono a casi pessimistici in cui l’umanità non riduce affatto le emissioni. In definitiva, lo scenario non ha avuto grande importanza per le barriere coralline, che si prevede saranno in forte declino anche con cambiamenti climatici moderati. Nel complesso, i ricercatori prevedono prevede che l’aumento dell’alcalinità associato al declino della barriera corallina intrappolerà fino a 400 megatoni di carbonio in più negli oceani ogni anno entro la fine del XXI secolo. Entro il 2300, 110.000 megatoni di carbonio in più saranno stati sequestrati nei mari, afferma. Questo compenserebbe approssimativamente il riscaldamento aggiuntivo che si prevede si verificherà con la scomparsa delle vaste foreste boreali in Canada e Russia a causa dei cambiamenti climatici. (30Science.com)