Roma – Le microplastiche si stanno diffondendo nelle profondità degli oceani, alterandone gli ecosistemi. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Agenzia giapponese per la scienza e la tecnologia marina e terrestre e pubblicato su Nature. Sebbene le microplastiche siano state ampiamente registrate in tutti gli oceani, molti studi si sono fermati solo all’analisi dei primi 50 centimetri della superficie marina. Per far fronte a questa lacuna, gli autori del nuovo studio hanno sintetizzato i dati di profondità di 1.885 stazioni di registrazione in tutti gli oceani del mondo, raccolti tra il 2014 e il 2024 per valutare le concentrazioni e il comportamento delle microplastiche in profondità. Elevate abbondanze di microplastiche sono state costantemente osservate in acque profonde, con oltre 1.100 particelle per metro cubo rilevate a una profondità di 100-270 metri in un transetto dell’Atlantico, 600 particelle per metro cubo a una profondità di 2.000 metri nel vortice subtropicale del Pacifico settentrionale e 13.500 particelle per metro cubo a una profondità di 6.800 metri nella Fossa delle Marianne. Gli autori sottolineano che il loro studio evidenzia anche come la mancanza di metodologie standardizzate comporti notevoli incertezze che rendono difficile giungere a conclusioni definitive per comprendere meglio la distribuzione delle microplastiche nell’oceano. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Così le microplastiche stanno invadendo le profondità degli oceani
(30 Aprile 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla