Roma – Genitori e caregiver di bambini che hanno ricevuto diagnosi di alcolismo sono associati al doppio delle probabilità di maltrattare i bambini di cui si prendono cura rispetto a chi non esagera con il bere. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Addiction, condotto dagli scienziati del Centro di Ricerca SHORE & Whariki della Massey University. Il team, guidato da June Leung, ha esaminato i dati raccolti da 12 indagini precedenti sul maltrattamento dei minori. La dimensione del campione variava da 501 a 84.245 individui. Le diagnosi legate all’alcol includevano ospedalizzazione o uso di servizi per problemi correlati all’alcol, o esempi di dipendenza clinicamente accertata. I maltrattamenti comprendevano abusi fisici, psicologici, emotivi e sessuali, negligenza ed eccessiva severità. Le coorti provenivano da Australia, Danimarca, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti. I dati hanno evidenziato che i bimbi gestiti da caregiver con problemi di alcol erano due volte più a rischio di subire maltrattamenti rispetto ai bambini che crescevano in famiglie senza tali difficoltà. “Abbiamo riscontrato associazioni costanti – afferma Leung – tra diagnosi di alcol correlate a chi assiste un bambino e maltrattamento sui minori. Inoltre, non abbiamo potuto escludere un legame tra il consumo di alcol da parte di chi assiste un bambino e il maltrattamento sui minori”. “I nostri risultati – conclude – sottolineano l’importanza di azioni più incisive volte a limitare i danni diretti e indiretti causati dall’abuso di alcol”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
I bevitori hanno maggiori probabilità di maltrattare i figli
(30 Aprile 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).