Roma – Sia i bonobo che gli scimpanzé mostrano una propensione simile a confortare i propri simili in difficoltà, come in situazioni successive a conflitti, con comportamenti quali abbracci, strette di mano e toccamenti, analoghi a quelli umani; tuttavia, la variazione nel comportamento di conforto è risultata più marcata all’interno di ciascuna specie che tra le due specie stesse. Lo rivela uno studio condotto da Jake Brooker e Zanna Clay, entrambi del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Durham, riportato sulla rivista Evolution and Human Behavior. I ricercatori hanno esaminato il comportamento empatico di 90 primati, includendo 40 bonobo del santuario Lola ya Bonobo nella Repubblica Democratica del Congo e 50 scimpanzé del Chimfunshi Wildlife Orphanage in Zambia.
- Bonobo con espressione imbronciata consolata da un giovane passante Credito Zanna Clay/Lola ya Bonobo Sanctuary
- A Chimfunshi, gli scimpanzé vivono in grandi recinti naturalistici della foresta di miombo Credito Jake Brooker/Chimfunshi Wildlife Orphanage Trust
- Un giovane scimpanzé tiene la mano di un adulto dopo un conflitto sociale Credito Jake Brooker/Chimfunshi Wildlife Orphanage Trust
- Una madre scimpanzé abbraccia il suo giovane figlio in difficoltà Credito Jake Brooker/Chimfunshi Wildlife Orphanage Trust
- Una madre scimpanzé abbraccia il suo giovane figlio in difficoltà Credito Jake Brooker/Chimfunshi Wildlife Orphanage Trust
- Due giovani bonobo abbracciati Credito Zanna Clay/Lola ya Bonobo Sanctuary
- Un giovane bonobo abbraccia un compagno angosciato durante una seduta di consolazione post-conflitto. Credito Zanna Clay/Lola ya Bonobo Sanctuary
Lo studio mette in discussione la convinzione consolidata che i bonobo siano intrinsecamente più empatici degli scimpanzé. Lo studio ha inoltre rilevato che gli individui più giovani, in entrambe le specie, sono più propensi a offrire e ricevere consolazione rispetto agli esemplari più anziani, suggerendo che la sensibilità emotiva è emersa precocemente nello sviluppo. Tra gli scimpanzé, i maschi giovani ei partner sociali più stretti sono i principali destinatari di conforto, mentre tra i bonobo la consolazione è più frequente tra i giovani. “Questi risultati indicano che l’empatia e il comportamento consolatorio sono flessibili e influenzati da fattori individuali, sociali e culturali, analogamente a quanto avviene negli esseri umani”, ha spiegato Brooker. “La presenza di questi comportamenti empatici in entrambi i nostri parenti più prossimi suggerisce che anche l’ultimo antenato comune possiede tali capacità”, ha affermato Clay. “Il passo successivo della ricerca sarà l’osservazione di questi modelli in contesti naturali per approfondire la comprensione dell’evoluzione del comportamento sociale umano”, ha concluso Clay. (30Science.com)