Roma – Molte persone si rivolgono alle teorie del complotto come risposta a un bisogno subconscio di sentirsi “importanti” o “significativi”. Questo tema è stato approfondito dal noto psicologo sociale Arie Kruglanski, dell’University of Maryland, e dal giornalista, Dan Raviv, nel libro “The Quest for Significance: Harnessing the Need that Makes the World Go Round”, pubblicato ora dal gruppo Taylor & Francis. Parallelamente, Kruglanski e colleghi hanno affrontato il tema anche in ambito accademico, ad esempio in uno studio pubblicato su Current Opinion in Psychology nel 2022. Secondo Kruglanski e colleghi, la credenza nelle teorie del complotto è particolarmente adatta a soddisfare il bisogno umano fondamentale di “significatività”, ovvero la sensazione che la propria vita abbia valore e importanza. Questo bisogno, quando minacciato da eventi sociali, economici o personali che generano incertezza o perdita di status, può spingere le persone a cercare narrazioni alternative che restituiscano loro un senso di controllo e unicità. Le teorie del complotto conferiscono senso di esclusività: chi vi aderisce si percepisce come “uno dei pochi che conosce la verità”, sentendosi così speciale e superiore agli altri; identità di gruppo: la condivisione di queste credenze crea comunità coese, rafforzando il senso di appartenenza e validazione sociale; un nemico comune: le narrazioni complottiste identificano un colpevole responsabile delle proprie frustrazioni, offrendo una spiegazione semplice e manichea della realtà. La ricerca mostra che la spinta verso le teorie del complotto non deriva solo da tratti di personalità, come paranoia o antagonismo, ma soprattutto da motivazioni profonde come il bisogno di significato e importanza personale, la ricerca di sicurezza e controllo in situazioni di incertezza e il desiderio di unicità e di sentirsi parte di un gruppo “illuminato”. Quando il senso di importanza viene minacciato da eventi negativi, come perdita di status, crisi economiche, esclusione sociale, le persone risultano più vulnerabili a narrazioni che promettono di restituire dignità e valore personale. Gli autori suggeriscono che per gli uomini per proteggersi dalle dannose ricerche di importanza, tra cui le teorie del complotto, dovrebbero imparare a distinguere cosa li spinge ad agire: se motivati dal denaro, dall’amore, dai valori o da qualche altra ambizione. (30Science.com)