Lucrezia Parpaglioni

Dietro alle teorie del complotto c’è la ricerca subconscia di sentirsi importanti

(23 Aprile 2025)

Roma – Molte persone si rivolgono alle teorie del complotto come risposta a un bisogno subconscio di sentirsi “importanti” o “significativi”. Questo tema è stato approfondito dal noto psicologo sociale Arie Kruglanski, dell’University of Maryland, e dal giornalista, Dan Raviv, nel libro “The Quest for Significance: Harnessing the Need that Makes the World Go Round”, pubblicato ora dal gruppo Taylor & Francis. Parallelamente, Kruglanski e colleghi hanno affrontato il tema anche in ambito accademico, ad esempio in uno studio pubblicato su Current Opinion in Psychology nel 2022. Secondo Kruglanski e colleghi, la credenza nelle teorie del complotto è particolarmente adatta a soddisfare il bisogno umano fondamentale di “significatività”, ovvero la sensazione che la propria vita abbia valore e importanza. Questo bisogno, quando minacciato da eventi sociali, economici o personali che generano incertezza o perdita di status, può spingere le persone a cercare narrazioni alternative che restituiscano loro un senso di controllo e unicità. Le teorie del complotto conferiscono senso di esclusività: chi vi aderisce si percepisce come “uno dei pochi che conosce la verità”, sentendosi così speciale e superiore agli altri; identità di gruppo: la condivisione di queste credenze crea comunità coese, rafforzando il senso di appartenenza e validazione sociale; un nemico comune: le narrazioni complottiste identificano un colpevole responsabile delle proprie frustrazioni, offrendo una spiegazione semplice e manichea della realtà. La ricerca mostra che la spinta verso le teorie del complotto non deriva solo da tratti di personalità, come paranoia o antagonismo, ma soprattutto da motivazioni profonde come il bisogno di significato e importanza personale, la ricerca di sicurezza e controllo in situazioni di incertezza e il desiderio di unicità e di sentirsi parte di un gruppo “illuminato”. Quando il senso di importanza viene minacciato da eventi negativi, come perdita di status, crisi economiche, esclusione sociale, le persone risultano più vulnerabili a narrazioni che promettono di restituire dignità e valore personale. Gli autori suggeriscono che per gli uomini per proteggersi dalle dannose ricerche di importanza, tra cui le teorie del complotto, dovrebbero imparare a distinguere cosa li spinge ad agire: se motivati ​​dal denaro, dall’amore, dai valori o da qualche altra ambizione. (30Science.com)

 

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.