Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Politiche green UE costano alle industrie chimiche più di 20 miliardi all’anno

(18 Aprile 2025)

Roma – Le normative ambientali sempre più severe dell’Unione Europea stanno gravando le aziende chimiche globali con costi annuali pari a oltre 20 miliardi di dollari (circa 17,5 miliardi di euro), secondo l’associazione di categoria European Chemical Industry Council (CEFIC). Aziende come Dow e LyondellBasell hanno rivalutato la loro presenza in Europa, anche chiudendo alcuni impianti, per far fronte alla debole domanda, agli elevati costi di produzione e alla crescente pressione normativa. Secondo gli analisti del settore e il CEFIC, l’UE si sta preparando a eliminare gradualmente i permessi gratuiti per le emissioni di carbonio e ad ampliare l’elenco delle sostanze chimiche soggette a restrizioni. Analisti e aziende prevedono che queste misure avranno un impatto finanziario ancora maggiore sulle aziende chimiche. Gli imminenti dazi statunitensi potrebbero perturbare ulteriormente il mercato, potenzialmente spingendo i produttori a delocalizzare o ad ampliare la capacità produttiva statunitense per evitare i costi di importazione. Nel suo rapporto, il CEFIC ha affermato che fino al 10 per cento della spesa in conto capitale di un’azienda chimica in Europa è ora destinata esclusivamente alla conformità normativa. BASF ha 250 dipendenti dedicati esclusivamente alla gestione delle pratiche burocratiche per il regolamento REACH dell’UE sulle sostanze chimiche, ha dichiarato il colosso chimico tedesco alla Reuters in una nota. Aumentano anche le sanzioni finanziarie per le emissioni di gas serra. Sebbene solo 73 delle 917 aziende abbiano dichiarato i crediti di carbonio acquistati nel 2023, ciò ha comunque rappresentato 1,32 miliardi di euro di costi quell’anno, come dimostrano i dati raccolti dall’organizzazione ambientalista no-profit Carbon Disclosure Project (CDP). (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla