Roma – Gli americani sono più propensi a discutere di cambiamenti climatici se si sentono preoccupati o a rischio, se percepiscono la società come favorevole a comportamenti pro-clima o se vedono il riscaldamento globale rappresentato nei media. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato da Margaret Orr della George Mason University College of Humanities and Social Sciences di Fairfax, Virginia, e pubblicato su PLOS Climate. Per frenare gli effetti del riscaldamento globale sono necessari cambiamenti sistemici e politiche governative volte a ridurre le emissioni di carbonio. Tra le azioni individuali per il clima (ad esempio, evitare la carne e limitare i viaggi aerei), discutere del cambiamento climatico con altri può favorire un più ampio sostegno collettivo alle politiche climatiche. Tuttavia, solo un terzo degli americani dichiara di discutere del cambiamento climatico con familiari e amici, anche solo occasionalmente, il che ha portato alla tendenza denominata “silenzio climatico”. Per approfondire i motivi che spingono gli americani a discutere o a non discutere di cambiamento climatico la Orr e i suoi colleghi hanno realizzato un sondaggio a livello nazionale su 3.079 adulti americani, distribuiti tra il 2020 e il 2021. Il sondaggio includeva domande come “Quanto sei preoccupato per il riscaldamento globale?” e “Con quale frequenza senti parlare di riscaldamento globale sui media?”, e tutti i partecipanti hanno indicato la frequenza con cui discutono di riscaldamento globale con familiari e amici. I risultati hanno identificato quattro fattori che potrebbero predire le discussioni sul cambiamento climatico: preoccupazione, rischio percepito, norme sociali percepite ed esposizione alla copertura mediatica sul riscaldamento globale. Le norme sociali percepite – ovvero le percezioni su come i membri della società pensano, sentono e si comportano – sono emerse come il fattore predittivo più forte. Con queste scoperte, i ricercatori mirano a sostenere le conversazioni sul clima attraverso diversi metodi, tra cui l’uso di notizie, intrattenimento e social media per promuovere l’azione per il clima; evidenziando i fattori di rischio o le cause di preoccupazione (e abbinando tali problemi a soluzioni per prevenire il disagio mentale); e incoraggiando il giornalismo sul clima. I ricercatori sottolineano che questo studio ha misurato la frequenza delle conversazioni sul clima, non il loro contenuto; ricerche future potrebbero esplorare come e perché il contenuto possa variare. Inoltre, questo studio si è concentrato sulle relazioni familiari e di amicizia tra adulti americani; studi futuri potrebbero estendersi ad altri tipi di relazioni, come quelle tra vicini di casa o colleghi di lavoro, e alle comunità vulnerabili. Gli autori aggiungono: “Abbiamo scoperto che più le persone sono preoccupate per il cambiamento climatico, più ne sentono parlare sui media e più si percepiscono a rischio a causa degli impatti del cambiamento climatico, più sono propense a loro volta a parlarne con gli altri”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Ecco i fattori che portano gli americani a discutere del cambiamento climatico
(17 Aprile 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla