Roma– Progettati batteri in grado di emettere segnali rilevabili a distanza, aprendo nuove possibilità per il monitoraggio ambientale e agricolo. A farlo ricercatori del MIT, Massachusetts Institute of Technology. Lo studio, pubblicato su Nature Biotechnology, potrebbe portare allo sviluppo di sensori batterici per applicazioni agricole e di altro tipo, che potrebbero essere monitorati da droni o satelliti. Christopher Voigt, direttore del Dipartimento di Ingegneria Biologica del MIT, insieme ai colleghi Yonatan Chemla e Itai Levin, ha sviluppato un metodo che induce le cellule batteriche a produrre molecole che generano combinazioni di colore uniche. Queste molecole, rilevabili tramite telecamere iperspettrali, permettono di leggere i segnali batterici fino a 90 metri di distanza. I ricercatori hanno modificato geneticamente due tipi di batteri per produrre molecole che emettono lunghezze d’onda di luce distinte negli spettri visibile e infrarosso. Poi, hanno anche collegato queste molecole di segnalazione a circuiti genetici in grado di rilevare la presenza di altri batteri o sostanze chimiche come l’arsenico. I test sul campo hanno dimostrato che i segnali prodotti dai batteri possono essere rilevati da droni equipaggiati con telecamere iperspettrali. Questa tecnologia potrebbe essere utilizzata in agricoltura per monitorare i livelli di nutrienti nel suolo o per rilevare la presenza di inquinanti. “Il bello di questa tecnologia è che puoi collegare e utilizzare qualsiasi sensore tu voglia”, ha affermato Yonatan Chemla, un postdoc del MIT e uno degli autori principali dello studio. “Non c’è motivo per cui un sensore non sia compatibile con questa tecnologia”, ha continuato Chemla. I ricercatori prevedono che questi sensori possano essere impiegati in ambito agricolo, come il rilevamento dei livelli di azoto o di nutrienti nel suolo. Per queste applicazioni, i sensori potrebbero anche essere progettati per funzionare nelle cellule vegetali. Un’altra potenziale applicazione per questo tipo di rilevamento è il rilevamento di mine antiuomo. Prima di essere implementati, i sensori dovranno ottenere l’approvazione normativa dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, EPA, e, se utilizzati in ambito agricolo, del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Voigt e Chemla hanno collaborato con entrambe le agenzie, la comunità scientifica e altre parti interessate per determinare a quali tipi di quesiti sia necessario rispondere prima che queste tecnologie possano essere approvate. “Siamo stati molto impegnati negli ultimi tre anni a cercare di capire quali siano gli scenari normativi, quali siano le preoccupazioni in materia di sicurezza, quali siano i rischi e quali siano i vantaggi di questo tipo di tecnologia”, ha aggiunto Chemla.(30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Batteri ingegnerizzati emettono segnali che possono essere individuati a distanza
(15 Aprile 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.