Lucrezia Parpaglioni

Autismo, scoperto il circuito neurale che regola il legame sociale

(15 Aprile 2025)

Roma – Identificato un circuito cerebrale chiave all’origine delle difficoltà sociali tipiche dei disturbi dello spettro autistico, ASD. A farlo gli scienziati dell’Università di Ginevra. Lo studio, pubblicato su Molecular Psychiatry, ha combinato dati clinici e sperimentali su modelli animali e umani per chiarire i meccanismi neurobiologici che ostacolano il legame sociale nei bambini con ASD. Fin dalla nascita, la capacità di interagire con gli altri è fondamentale per lo sviluppo umano. Nei bambini con ASD, questa competenza risulta compromessa già dal primo anno di vita, con un interesse ridotto verso gli stimoli sociali. Per indagare le basi di questo fenomeno, i ricercatori dell’UNIGE hanno studiato la comunicazione tra due strutture cerebrali: il collicolo superiore, coinvolto nell’orientamento dell’attenzione, e l’area tegmentale ventrale, parte del sistema di ricompensa. Utilizzando modelli murini privi del gene Shank3, la causa genetica singola più comune di ASD, il gruppo di ricerca ha osservato un deficit nell’orientamento sociale, simile a quanto riscontrato nei bambini autistici. L’analisi in vivo, resa possibile da microscopi miniaturizzati, ha rivelato che una sincronizzazione neuronale alterata nel collicolo superiore compromette la comunicazione tra le due aree, generando difficoltà nell’orientamento e nel comportamento sociale. Per verificare la rilevanza di questi risultati nell’uomo, gli scienziati hano sviluppato un protocollo innovativo per ottenere risonanze magnetiche cerebrali di alta qualità in bambini tra i 2 e i 5 anni senza sedazione. I dati hanno confermato che le alterazioni del circuito osservate nei topi sono presenti anche nei bambini con ASD. Inoltre, il livello di connettività in questo circuito si è rivelato predittivo dello sviluppo cognitivo nell’anno successivo. Questa scoperta apre la strada a interventi comportamentali mirati, volti a rafforzare la capacità di spostare rapidamente l’attenzione tra stimoli diversi fin dalla prima infanzia. Un trattamento intensivo precoce, già in uso a Ginevra, ha dimostrato di migliorare significativamente il quoziente intellettivo e l’integrazione scolastica dei bambini con ASD. Sebbene non sia ancora possibile intervenire direttamente su questa rete cerebrale, la ricerca dell’UNIGE fornisce una base solida per lo sviluppo di strategie terapeutiche sempre più personalizzate e precoci, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e le prospettive di sviluppo dei bambini con disturbi dello spettro autistico. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.