Roma – I passi di danza di coppia possono essere utilizzati per valutare il coordinamento sociale. Lo dimostra uno studio, pubblicato sul JNeurosci, condotto dagli scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Roma. Il team, guidato da Félix Bigand e Giacomo Novembre, ha reclutato coppie di ballerini inesperti. I partecipanti sono stati sottoposti a screening per immagini dell’attività cerebrale, monitoraggio dei movimenti del corpo e dell’attività muscolare. In alcune sessioni, i ballerini non avevano la capacità di vedersi tra loro. Ballare fluidamente con un altro individuo, spiegano gli esperti, implica un livello adeguato di coordinamento sociale, e prevede l’allineamento dei propri movimenti con quelli dell’altro e l’elaborazione di informazioni sensoriali dinamiche, come suoni e immagini. I ricercatori hanno individuato i segnali neurali distinti per l’elaborazione musicale, per i movimenti autogenerati e quelli associati al coordinamento sociale e alla danza con un partner. In particolare, i segnali neurali per il coordinamento sociale che permettevano movimenti sincronizzati tra le persone si verificavano solo quando i ballerini si muovevano sulle stesse note e potevano vedersi. “Abbiamo registrato 15 movimenti – riporta Bigand – curiosamente, il cervello era più sensibile al rimbalzo o alla flessione delle ginocchia durante il coordinamento sociale. Questo era strano, perché la flessione aveva ampiezze relativamente deboli rispetto alla maggior parte delle altre mosse”. I risultati, commentano gli autori, ampliano la comprensione dell’interazione umana oltre la danza, perché luce su come il cervello supporti attività socialmente coinvolgenti. I metodi utilizzati per sbrogliare i distinti segnali neurali, concludono gli scienziati, potrebbero migliorare l’applicabilità di futuri studi preclinici alla realtà. (30Science.com)
Valentina Di Paola
E’ possibile imparare l’interazione sociale studiando la danza
(14 Aprile 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).