Lucrezia Parpaglioni

I cani domestici minacciano la fauna selvatica e gli ecosistemi

(10 Aprile 2025)

Roma – I cani sono i migliori amici dell’uomo ma non della natura: questi noti carnivori disturbano e danneggiano la fauna selvatica, contribuendo all’inquinamento dei corsi d’acqua e all’alterazione degli ecosistemi. Lo rivela uno studio condotto dalla Curtin University, riportato su Pacific Conservation Biology. La ricerca ha messo in luce l’impatto ambientale significativo dei cani domestici, spesso trascurato rispetto a quello dei gatti. L’industria del cibo per cani rappresenta un ulteriore fattore di stress ambientale. Questo studio sottolinea la necessità di un equilibrio tra il mantenimento del ruolo positivo dei cani nella società e la riduzione del loro impatto ambientale. I cani domestici sono spesso considerati i migliori amici dell’uomo, ma il loro impatto ambientale è stato a lungo sottovalutato. Mentre il danno ecologico causato dai gatti è stato ampiamente documentato, i cani rappresentano una minaccia ambientale multiforme a causa della loro diffusione globale e del loro comportamento predatorio. La ricerca ha analizzato il comportamento dei cani domestici e il loro impatto sulla fauna selvatica, in particolare sugli uccelli limicoli. Sono stati esaminati anche gli effetti degli escrementi dei cani sull’inquinamento dei corsi d’acqua e sulla crescita delle piante. Inoltre, è stato valutato l’impatto ambientale dell’industria del cibo per cani, che rappresenta un fattore chiave nella produzione di emissioni di gas serra e nell’uso di risorse naturali. I risultati hanno mostrato che i cani domestici disturbano e danneggiano direttamente la fauna selvatica, anche quando sono tenuti al guinzaglio. Gli escrementi dei cani contribuiscono all’inquinamento dei corsi d’acqua e inibiscono la crescita delle piante. L’industria del cibo per cani ha un impatto significativo sul carbonio, sul territorio e sull’acqua. Solo una piccola percentuale dei proprietari di cani è disposta a pagare di più per alimenti ecocompatibili, principalmente a causa dell’aumento dei costi. Questo studio sottolinea la necessità di un equilibrio tra il mantenimento del ruolo positivo dei cani nella società e la riduzione del loro impatto ambientale. Misure come il divieto di accesso ai cani in aree sensibili possono proteggere le specie vulnerabili, ma non rappresentano una soluzione definitiva. È necessaria una collaborazione tra proprietari di cani, gruppi ambientalisti e responsabili politici per sviluppare strategie che contemplino la proprietà di animali domestici con la tutela dell’ambiente. Per i ricercatori, i cani domestici rappresentano una minaccia ambientale significativa che non può essere ignorata. È fondamentale aumentare la consapevolezza tra i proprietari dell’impatto dei cani sull’ambiente e sviluppare strategie per ridurre questo impatto senza compromettere il loro ruolo positivo nella società.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.