Roma – L’usura dei prodotti in plastica rilascia piccole o quasi invisibili particelle di plastica, che potrebbero avere un impatto sulla salute delle persone se consumate o inalate. Lo rivela uno studio guidato da Yongfeng Deng, della Southeast University, pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry. I risultati evidenziano i potenziali rischi per la salute associati al consumo di microplastiche biodegradabili a base di amido. Lo studio, finanziato dalla Fondazione per le Scienze Naturali della Cina e da altri programmi di ricerca, ha analizzato gli effetti di queste particelle su modelli animali. Le microplastiche, frammenti di plastica con un diametro inferiore a 5 millimetri, sono una crescente preoccupazione ambientale e sanitaria. Queste particelle possono entrare nell’organismo umano attraverso acqua, cibo e persino infusioni endovenose. Sebbene le plastiche biodegradabili a base di amido siano state proposte come un’alternativa ecologica alle plastiche tradizionali derivate dal petrolio, i loro effetti sulla salute non erano ancora stati pienamente esplorati. Questo studio si propone di colmare questa lacuna, indagando l’impatto del consumo di microplastiche a base di amido su topi da laboratorio. I ricercatori hanno suddiviso i topi in tre gruppi: un gruppo di controllo alimentato con cibo normale e due gruppi alimentati con cibo arricchito con microplastiche a base di amido, in dosi basse e alte. Gli esperimenti sono durati tre mesi, durante i quali sono stati valutati i tessuti degli organi, il metabolismo e il microbiota intestinale degli animali. I topi esposti alle microplastiche hanno mostrato danni significativi al fegato e alle ovaie, con effetti più gravi nei soggetti trattati con dosi elevate. Al contrario, i topi del gruppo di controllo non hanno presentato anomalie nei tessuti. Inoltre, sono stati osservati squilibri nei livelli di trigliceridi e interruzioni nei biomarcatori molecolari legati al metabolismo del glucosio e dei lipidi. Le microplastiche hanno influenzato negativamente la diversità del microbiota intestinale e alterato percorsi genetici associati ai ritmi circadiani. Lo studio suggerisce che le microplastiche biodegradabili a base di amido potrebbero non essere così sicure come inizialmente ipotizzato. “L’esposizione prolungata a basse dosi di queste particelle può avere un ampio spettro di effetti sulla salute”, ha dichiarato Deng. Tuttavia, gli autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi attraverso cui queste particelle si degradano nell’organismo e il loro impatto a lungo termine. Lo studio rappresenta un passo cruciale nella valutazione dei rischi legati alle plastiche biodegradabili e potrebbe influenzare lo sviluppo futuro di materiali alternativi più sicuri per l’ambiente e la salute umana. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Microplastiche a base di amido, possibile rischio per la salute
(9 Aprile 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.