Roma – Clostridioides difficile, C. difficile, una delle infezioni ospedaliere più comuni e contagiose, si diffonde più di tre volte di quanto precedentemente stimato. Lo rivela uno studio condotto presso l’Università della Salute dello Utah, pubblicato su JAMA Network Open. Utilizzando il sequenziamento del DNA dell’intero genoma, i ricercatori hanno tracciato il movimento del batterio attraverso le strutture ospedaliere, scoprendo una diffusione significativa tra superfici e pazienti. Questi risultati suggeriscono la necessità di misure preventive più rigorose per interrompere la trasmissione invisibile di questa malattia. Clostridioides difficile è un patogeno anaerobio, gram-positivo, sporigeno e tossigeno, che rappresenta una delle principali cause di diarrea nosocomiale e associata all’uso di antibiotici. La sua diffusione è un problema crescente negli ospedali, con un impatto significativo sulla salute pubblica e sui costi sanitari. Recentemente, uno studio ha evidenziato che la diffusione di C. difficile è più ampia di quanto precedentemente pensato, coinvolgendo non solo la trasmissione diretta tra pazienti, ma anche tra superfici e pazienti. Il gruppo di ricerca ha prelevato campioni da circa 200 pazienti in due unità di terapia intensiva, oltre a migliaia di campioni dalle superfici delle stanze di ospedale e dalle mani degli operatori sanitari. Il sequenziamento del DNA dell’intero genoma ha permesso di tracciare con precisione il movimento batterico, rilevando differenze genetiche che hanno aiutato a determinare se i campioni provenissero dallo stesso paziente o da fonti esterne. I risultati hanno mostrato che i batteri C. difficile erano presenti nel 10% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, sia sul corpo del paziente che nell’ambiente circostante. Inoltre, è stato scoperto che la maggior parte dei batteri trovati provenivano dallo stesso paziente, suggerendo una trasmissione significativa tra superfici e pazienti. Questa diffusione può avvenire anche quando i pazienti non sono presenti contemporaneamente nell’ospedale, grazie alla capacità dei batteri di sopravvivere a lungo su superfici. La scoperta di una diffusione nascosta di C. difficile sottolinea l’importanza di misure preventive più efficaci. L’uso di dispositivi di protezione individuale e una rigorosa igiene delle mani sono fondamentali per interrompere la trasmissione invisibile di questa malattia. Questi risultati potrebbero stimolare un cambiamento nelle pratiche di prevenzione delle infezioni nosocomiali, migliorando la sicurezza dei pazienti e riducendo i costi sanitari associati. Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della diffusione di Clostridioides difficile negli ospedali. I risultati suggeriscono che una maggiore attenzione alle misure di prevenzione delle infezioni possa ridurre significativamente la diffusione di questa malattia, migliorando così la sicurezza e la qualità dell’assistenza sanitaria.(30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Scoperta la diffusione di una comune infezione ospedaliera
(7 Aprile 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.