Roma – Solo per l’1 per cento delle specie di insetti a livello globale si hanno dati sufficienti per programmare la loro difesa dagli impatti dell’azione umana: una lacuna immane che impone di rivedere gli obiettivi della ricerca scientifica in tutto il mondo. E’ quanto emerge da uno studio guidato dal Centre for Ecology & Hydrology (UKCEH) e dalla ZSL (Zoological Society of London) e pubblicato su Science. Nonostante le segnalazioni di un declino catastrofico degli insetti, gli autori dello studio affermano che lo stato globale della biodiversità degli insetti resta poco chiaro a causa dell’estrema complessità degli stili di vita degli insetti e delle fluttuanti tendenze demografiche, nonché della massiccia mancanza di dati. Nel loro studio, propongono un nuovo quadro per il monitoraggio delle popolazioni e l’analisi dell’impatto delle minacce che integra tutti i metodi disponibili per studiare gli insetti. Nello specifico bisognerebbe concentrarsi su: 1) Tendenze delle serie temporali, ad esempio un calo del numero di farfalle in un periodo di 10 anni; 2) Confronti spaziali, ad esempio l’analisi delle differenze nel numero o nell’abbondanza delle specie in diversi habitat o regioni; 3) Esperimenti volti a studiare la risposta degli insetti a diverse minacce, ad esempio confrontando un campo trattato con pesticidi con uno privo di pesticidi, oppure eliminando specie invasive non autoctone da un’area ma non da un’altra; 4) Analisi del parere di esperti sulla risposta degli insetti alle minacce. Combinando i dati provenienti da diverse fonti, gli scienziati possono ottenere un quadro più completo del modo in cui gli insetti rispondono ai fattori di cambiamento, consentendo al contempo trasparenza per quel che riguarda le lacune nei dati. La dottoressa Charlotte Outhwaite dell’Istituto di Zoologia della ZSL, coautrice principale dello studio ha dichiarato: “Gli insetti sono una parte incredibilmente importante dei nostri ecosistemi, impollinano circa l’80 per cento delle specie di piante da fiore e sono vitali per il 35 per cento della produzione alimentare globale, eppure sono sottovalutati e poco studiati. Con un milione di specie descritte, ci vorrebbe troppo tempo per capire cosa funziona meglio per ogni specie. Invece, vogliamo trovare azioni su larga scala che siano di beneficio per la maggior parte degli insetti. Per questo, dobbiamo usare tutte le informazioni disponibili”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Mancano dati sufficienti per preservare il 99% degli insetti dall’impatto dell’uomo
(4 Aprile 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla