Roma – Grazie a una nuova nanoplastica e a una pacciamatura a base di materiali biodegradabili, è ora possibile raffreddare passivamente le serre in climi caldi e aridi come quelli del Medio Oriente. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dalla King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) e pubblicato su Nexus. Con il loro sistema di raffreddamento, i ricercatori sono riusciti ad abbassare le temperature di serre in miniatura di 25 gradi Celsius e aumentato le rese delle colture di cavolo cinese di quasi il 200 per cento. La nanoplastica in questione è composta da polietilene, la plastica più prodotta al mondo, infusa con nanoparticelle costituite dalla molecola di ossido di cesio e tungsteno. Queste nanoparticelle assorbono la luce infrarossa, che contribuisce notevolmente al riscaldamento della serra, impedendo a questa luce di entrare con effetti minimi sulla luce visibile, che è la luce che guida la fotosintesi e la crescita delle piante. Quanto alla pacciamatura biodegradabile, quella dei ricercatori è a base di carta. I due materiali combinati – le naonoplastiche e i materiali da pacciamatura – hanno portato a una eccellente ritenzione idrica nel terreno e a una resa in serra estremamente elevata. Trattandosi di un sistema di raffreddamento passivo, senza necessità di apporto energetico, il team KAUST stima che la sua adozione potrebbe ridurre il consumo energetico nelle città calde di tutto il mondo, come Riyadh e Houston, di oltre il 40 per cento.(30Science.com)