Roma – Uno dei misteri della natura – vale a dire dove si riproducano le balenottere azzurre (Balaenoptera musculus), e come mai gli avvistamenti dei cuccioli di questa specie siano così rari – è stato appena svelato grazie al lavoro di ricerca di Trevor Branch, un professore dell’Università di Washington che ha dato conto dei propri risultati su Endangered Species Research. Nella storia umana sono state documentate solo due nascite di balenottere azzurre, entrambe decenni fa. Un notevole enigma considerando che questa specie si riproduce ogni due/tre anni. Oltretutto non solo le nascite sono rimaste praticamente sempre fuori dagli “schermi” degli esseri umani, ma anche l’avvistamento dei cuccioli è estremamente raro. Spinto dalla curiosità relativa a questo fenomeno singolare, il prof. Branch ha vagliato una serie di ipotesi ed è giunto alla conclusione che una in particolare sia quella più fondata. Egli ritiene che il mistero sia dovuto al fatto che i ricercatori preferiscono la ricerca estiva sulle balenottere, ma i cuccioli nascono in autunno e in inverno e vengono svezzati prima di tornare alle aree di alimentazione. “Il mio modello concettuale – spiega il ricercatore – può spiegare il mistero dei cuccioli scomparsi: le balenottere azzurre partoriscono i cuccioli poco dopo aver lasciato le loro zone di alimentazione estive e li svezzano sette mesi dopo, appena prima di farvi ritorno”. Ciò spiegherebbe perché i ricercatori, la maggior parte dei quali conduce studi sul campo sulle balenottere azzurre nei mesi estivi, raramente avvistano madri con i loro cuccioli. In estate, le balenottere azzurre migrano per nutrirsi in regioni più fredde dove il krill è abbondante: ad esempio, al largo della California. In inverno, quando sono pronte a partorire, tornerebbero invece in regioni più calde come il Golfo della California e il Pacifico tropicale orientale. Per avvalorare la sua tesi Branch ha raccolto dati da studi sul campo a lungo termine e li ha combinati con informazioni biologiche da registri storici di caccia alle balene per arrivare a questa ipotesi, trovando percentuali più elevate di cuccioli nelle regioni invernali e percentuali più basse in quelle estive. Ora sta coordinando una grande collaborazione per testare la sua idea con dati sul campo. Una preoccupazione relativa ai bassi tassi di avvistamento dei cuccioli era che questo potesse essere un segnale di avvertimento di bassi tassi di natalità o bassa sopravvivenza dei cuccioli. Invece, la nuova ipotesi offre qualche speranza relativamente alla tenuta della specie. “Questa nuova idea fornisce una spiegazione alternativa del perché alcune popolazioni di balenottere azzurre sembrano produrre pochissimi cuccioli – spiega Branch – non è un fallimento nella produzione di cuccioli, ma perché il lavoro sul campo su quelle popolazioni è comprensibilmente concentrato in aree di passaggio estivo delle balenottere”. (30Science.com)
Gallery
- Una madre e il suo cucciolo di balenottera azzurra nuotano insieme nella baia di South Taranaki, in Nuova Zelanda, una rara zona di alimentazione estiva con numerose coppie madre-piccolo. Credito Leigh Torres/Geospatial Ecology of Marine Megafauna Laboratory (GEMM) Laboratorio, Marine Mammal Institute, Oregon State University
- Riprese aeree che mostrano lo stretto legame tra la madre e il piccolo della balenottera azzurra, nella baia di South Taranaki, in Nuova Zelanda. Credito Leigh Torres/Geospatial Ecology of Marine Megafauna Laboratory (GEMM) Laboratorio, Marine Mammal Institute, Oregon State University
- Una madre e il suo cucciolo di balenottera azzurra nuotano insieme nel Golfo della California, in Bassa California, in Messico, uno dei luoghi di acque calde in cui le balenottere azzurre trascorrono i mesi invernali. Credito Diane Gendron/Centro Interdisciplinario de Ciencias Marinas – Instituto Politécnico Nacional