Roma – L’età potrebbe giocare un ruolo significativo nei risultati associati al digiuno intermittente, probabilmente non adatto nella fase adolescenziale. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, condotto dagli scienziati della Technical University of Munich (TUM), dell’LMU Hospital Munich e dell’Helmholtz Munich. Il team, guidato da Alexander Bartelt e Stephan Herzig, ha utilizzato un modello murino per valutare gli effetti del digiuno intermittente in base alle fasce d’età. Associato a diversi benefici, questo comportamento alimentare, spiegano gli esperti, si è rivelato in grado di migliorare il metabolismo, contribuire alla perdita di peso e ridurre il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno analizzato esemplari giovani, adulti e anziani, che rimanevano senza cibo per un giorno e nutriti nei due successivi. Dopo dieci settimane, gli scienziati hanno notato un miglioramento nella sensibilità all’insulina nei topi adulti e negli anziani. Gli individui più giovani, invece, hanno mostrato un preoccupante declino della funzionalità delle loro cellule beta, le cellule del pancreas che producono insulina. “Generalmente – afferma Leonardo Matta dell’Helmholtz – si pensa che il digiuno intermittente porti a notevoli benefici per l’organismo. Siamo quindi rimasti molto sorpresi del peggioramento osservato. Esaminando il modello del pancreas, abbiamo rilevato che le cellule beta nei topi più giovani riuscivano a maturare correttamente. Negli altri gruppi, in cui queste cellule erano già sviluppate, l’effetto non si è verificato”. Gli autori hanno poi confrontato i risultati ottenuti con i dati raccolti da tessuti umani. Nei pazienti con diabete di tipo 1, in cui le cellule beta vengono distrutte a causa di una risposta autoimmune, riportano gli studiosi, mostravano segni simili di maturazione cellulare compromessa. Ciò suggerisce che gli effetti negativi osservati nei topi giovani potrebbero essere rappresentativi anche della specie umana. “Il nostro studio conferma che il digiuno intermittente è benefico per gli adulti – conclude Stephan Herzig, professore alla TUM e direttore dell’Istituto per il diabete e il cancro presso l’Helmholtz di Monaco – ma potrebbe comportare dei rischi per bambini e adolescenti. Nei prossimi step, cercheremo di approfondire i meccanismi molecolari alla base di queste osservazioni. Se comprendiamo meglio come promuovere uno sviluppo sano delle cellule beta, si apriranno nuove strade per il trattamento del diabete e il ripristino della produzione di insulina”. (30Science.com)
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- L’immagine mostra le isole di Langerhans dopo un digiuno intermittente cronico. Sulla sinistra quelle di un animale adulto, sulla destra quelle di un animale giovane. Le cellule beta delle isole di Langerhans pancreatiche producono insulina. Le isole di Langerhans dell’animale giovane presentano meno cellule beta completamente mature, che sono colorate di verde in questa immagine. Credito Leonardo Matta / TUM
- I ricercatori hanno studiato l’impatto del digiuno intermittente sulle cellule beta. Nel pancreas dei topi maturi, non sono stati osservati effetti negativi sulle cellule beta (qui colorate in verde). Credito Leonardo Matta / TUM
- Alexander Bartelt, professore e presidente di medicina nutrizionale traslazionale presso la TUM Credito Astrid Eckert / TUM
- Stephan Herzig, professore alla TUM e direttore dell’Istituto per il diabete e il cancro presso l’Helmholtz di Monaco di Baviera Credito Helmholtz Monaco di Baviera | Matthias Tunger Photodesign