Valentina Arcovio

Scoperto un circuito cerebrale specifico per la creatività

(13 Febbraio 2025)

Roma – Un nuovo studio condotto da ricercatori del Mass General Brigham, Stati Uniti, pubblicato su JAMA Network Open, suggerisce che diverse regioni cerebrali attivate da attività creative siano parte di uno stesso circuito cerebrale con comportamenti e meccanismi che possono esser alterati da specifici danni al cervello. L’evidenza emerge da un lavoro di ricerca che ha analizzato i dati di 857 partecipanti di 36 studi di Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), con l’intento di definire le regioni cerebrali attivate da diverse attività creative come il disegno, la scrittura creativa e la creazione di musica. È emerso che persone con lesioni cerebrali o malattie neurodegenerative che colpiscono questo circuito possano avere un potenziale creativo maggiore. Ciò starebbe a indicare che comportamenti umani complessi, tra cui la creatività, non sono mappati in una specifica regione cerebrale, ma in specifici circuiti cerebrali. Analizzando quindi i dati di pazienti che avevano subito cambiamenti nella creatività, i ricercatori hanno desunto una associazione con lesioni cerebrali e malattie neurodegenerative che danneggiano specificatamente il circuito della creatività. Di queste diverse regioni cerebrali correlate alla creatività molte erano collegate alla parziale inattivazione del polo frontale destro, la parte del cervello cruciale per il monitoraggio e i comportamenti basati su regole. Ciò fa ipotizzare che la ridotta attività nel polo frontale destro sia associata allo spegnimento di qualche funzione del circuito. Ad esempio, la creatività potrebbe dipendere dall’inibizione delle valutazioni autocensurate così da consentire la libera associazione e il flusso più fluido delle idee. “Queste scoperte potrebbero aiutare a spiegare come alcune malattie neurodegenerative possano portare a diminuzioni della creatività ed altre paradossalmente ad un aumento”, dichiarano i ricercatori. Queste scoperte non si riferiscono all’intero circuito neurale coinvolto nella creatività, suggerendo pertanto che parti diverse del cervello siano implicate nelle diverse attività creative. “Stiamo iniziando a comprendere meglio la neurodiversità e come anche cambiamenti cerebrali considerati patologici possano migliorare in qualche modo la funzione, ovvero come i circuiti del nostro cervello possano influenzare e scatenare la creatività ” hanno concluso i ricercatori. (30Science.com)

 

Valentina Arcovio