Roma – Le tartarughe possono imparare e ricordare la firma magnetica di determinate aree, esibendosi in una sorta di danza quando si trovano in un luogo associato al cibo. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università del Texas A&M. Il team, guidato da Kayla Goforth, presenta i meccanismi di come le specie migratorie siano in grado di spostarsi utilizzando il campo magnetico della Terra. Rinomate per i loro movimenti a lunga distanza, le tartarughe marine possono trovarsi spesso in siti associati al cibo. Anche se il modo in cui queste specie riescano a orientarsi non è del tutto chiaro, il corpus di evidenze scientifiche in crescita suggerisce che utilizzino il campo magnetico terrestre. Per indagare su queste dinamiche, gli autori hanno ospitato giovani tartarughe marine in vasche in cui sono state ricreate firme magnetiche relative a specifiche posizioni geografiche. Gli esemplari coinvolti hanno trascorso la stessa quantità di tempo in due campi magnetici, ma sono state nutrite solo in uno di essi. I ricercatori riportano che le tartarughe iniziavano a danzare quando raggiungevano la zona associata all’alimentazione. Questa scoperta presenta una forte evidenza che le tartarughe possono imparare a distinguere tra i campi magnetici. Gli studiosi ipotizzano che questa specie abbia due sensi geomagnetici distinti per facilitare la navigazione. I risultati, concludono gli autori, suggeriscono che due strumenti distinti di magnetorecezione potrebbero essere presenti anche nella maggior parte delle specie di vertebrati, ma saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare il funzionamento interno di questi meccanismi. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Le tartarughe ballano quando leggono le mappe magnetiche
(13 Febbraio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).