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Allo studio geni per target therapy nel tumore del cane

(12 Febbraio 2025)

Roma – Il carcinoma epatocellulare nel cane (HCC) non trattabile chirurgicamente ad oggi offre poche alternative terapeutiche. Sorafenib, secondo uno studio dell’Osaka Metropolitan University, in Giappone, pubblicato su BMC Research Notes, sembra potenzialmente indicato nel trattamento di questa patologia, tuttavia non sono ancora noti i geni target, quelli da colpire in maniera specifica per potenziare l’efficacia della cura. Vi è infatti evidenza che la prognosi per l’HCC quando è possibile una resezione chirurgica completa sia buona, all’opposto in caso di HCC nodulare, diffuso e non resecabile la prognosi è sfavorevole, con scarse opzioni terapeutiche di altra natura. Nell’uomo le terapie sistemiche, comprese le target therapy, e tra queste terapie a bersaglio molecolare tradizionali, terapie ormonali, inibitori dei checkpoint immunitari e terapia citotossica, sono impiegate in caso di tumori difficili e in contesti selezionati, ad esempio in pazienti con mutazioni o specifiche anomalie genetiche. Su questi geni specifici gli agenti terapeutici esercitano effetti antitumorali inibendo la proliferazione cellulare, la metastasi e l’angiogenesi, invertendo la resistenza multifarmaco e inducendo la morte cellulare (apoptosi). Nell’HCC canino non resecabile, il sorafenib viene utilizzato come target therapy, sebbe siano ancora scarse le informazioni sullo stato di espressione del gene bersaglio, tra queste è in valutazione, per alcuni dati di efficacia, la regolazione di PDGFB (fattore di crescita di derivazione piastrinica, platelet-derived growth factor). Lo studio sviluppa dunque un confronto fra l’espressione dei geni bersaglio nell’HCC canino sulla base della loro espressione anche nei tumori umani, utilizzando campioni ottenuti da undici cani con diagnosi istopatologica di HCC e da quattro cani con fegati normali sottoposti a resezione chirurgica presso l’Osaka Metropolitan University Veterinary Medical Center, su questi sono stati indagati alcuni potenziali geni nel fegato con HCC canino e in quello normale, sulla base di geni mirati precedentemente segnalati di tumori umani tra cui EGFR, ERBB2, VEGF, VEGFR, PDGFR, FGFR, KIT, Flt-3, RET, RAF, BCR-ABL, ALK, mTOR, CTLA-4, PD-1, BRAF, BTK, CD20, CD30, CD33, CD52, CCR4, DNMT, HDAC, JAK, MEK, RANKL, SLAMF7, IGF-1R, FGF, MET, AXL, ROS1, TRK, Src, FLT3, CSF-1R, Tie2, ET, SFK, ARG, DDR1, NQO2, EPHB4, BTK, KRAS, PI3K, CDK4/6, PARP, EZH2, IDH1, IDH2, Bcl-2, NFE2L2, RB1, MT1G e SIGMAR1. I dati sembrano promettenti ma ulteriori studi dovranno essere condotti per arrivare a una ipotesi conclusiva. (30Science.com)

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