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Scarse abilità sociali e cognitive in età infantile correlano a minori successi agli esami in adolescenza

(11 Febbraio 2025)

Roma  – Scarse abilità sociali e cognitive in età infantile possono correlare a minori successi di superare gli esami scolastici all’età 16 anni. Lo suggerisce uno studio dell’Università di Liverpool, Regno Unito, pubblicato su Archives of Disease in Childhood on line, secondo cui non aver sviluppato in maniera adeguate e coordinata nella prima infanzia abilità sociali e cognitive esporrebbe a probabilità fino a 4 volte superiori di non superare 5 esami GCSE (General Certificate of Secondary Education) in età adolescenziale, rispetto ai compagni che dispongono o che hanno potenziato queste capacità nel percorso di crescita. Questi problemi, secondo lo studio che si è basato sull’analisi di un ampio set di dati rappresentativi a livello nazionale, sarebbero responsabili nel 17% dei casi, dei fallimenti agli esami in età adoIescenziale. “Gli anni di scuola contano, non solo per i risultati degli esami, ma anche per lo sviluppo di competenze e capacità in ambito di futura occupazione, benessere economico, sostegno sociale e comportamenti sanitari, tutti fattori che influenzano la salute” dichiarano i ricercatori. “Inoltre, i successi agli esami adolescenziali migliorano i risultati finanziari, occupazionali e socio-emotivi nella prima età adulta, indipendentemente dal successivo conseguimento scolastico, sostenendo ulteriormente l’importanza di promuovere le competenze a scuola”. Mentre lo sviluppo di competenze cognitive, come pensiero, apprendimento, memoria e ragionamento, e comportamenti socio-emotivi, quali le competenze sociali e autocontrollo, durante l’infanzia sono stati associati ai risultati educativi, il potenziale impatto del loro co-sviluppo non è stato sufficientemente indagato. L’attuale studio ha pertanto analizzato i dati a lungo termine di 9084 bambini facenti parte dello studio nazionale rappresentativo del Regno Unito Millennium Cohort Study, che sono stati suddivisi in 4 differenti gruppi a seconda della presenza, oppure no, di problemi cognitivi e comportamentali in età infantile, ovvero nessun problema (76,5%); insorgenza tardiva di problemi socio-emotivi, dall’età di 7 anni (10%); insorgenza precoce di problemi cognitivi e socio-emotivi tra i 3 e i 7 anni (poco più dell’8,5%); problemi cognitivi e socio-emotivi persistenti, dall’età di 3 a 14 anni (5%). Lo sviluppo cognitivo è stato misurato utilizzando test cognitivi standard e il comportamento socio-emotivo è stato descritto dai genitori in questionari, rispettivamente all’età di 3, 5, 7, 11 e 14 anni dei propri figli. Tali dati sono stati poi utilizzati per analizzare quali bambini avevano ottenuto un superamento standard (grado 4) in 5 o più materie GCSE all’età di 16 anni, aggiustando per fattori potenzialmente influenti, come il sesso del bambino, l’etnia della madre e il livello di istruzione, e il reddito familiare. È emerso che le probabilità di ottenere un superamento standard in almeno 5 GCSE erano più elevate nelle ragazze che nei ragazzi e che aumentavano in relazione al livello di istruzione della madre e al reddito familiare, tuttavia i comportamenti infantili erano correlati in maniera importante ai risultati degli esami. Rispetto al gruppo “nessun problema”, le probabilità di non ottenere un superamento standard del GCSE erano 2,5 volte più alte per il gruppo “problemi socio-emotivi tardivi”, 4 volte più alte per il gruppo “problemi cognitivi e socio-emotivi precoci”, mentre coloro con problemi cognitivi e socio-emotivi persistenti durante l’infanzia avevano probabilità quasi 4,5 superiori di non raggiungere un livello di sufficienza in almeno 5 materie GCSE. Lo studio attuale è di tipo osservazionale e, in quanto tale, non consente di trarre conclusioni definitive sulla causalità che dovranno essere chiarite da ulteriori ricerche. “I dati del nostro studio sottolineano l’importanza di ridurre il mancato o inadeguato sviluppo di queste due abilità in tutti i bambini, indipendentemente dal livello delle loro capacità e di definire politiche intersettoriali, riconoscendo la natura interdipendente e interconnessa delle abilità sociali e cognitive come principali determinanti pet il futuro dei bambini”.(30Science.com)

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