Roma – Nelle placente dei bambini nati prematuri sono state rilevate concentrazioni di plastica più elevate rispetto a quanto osservato nelle controparti nate a termine. questo inquietante risultato emerge da uno studio, presentato durante il convegno annuale della Society for Maternal-Fetal Medicine (SMFM), The Pregnancy Meeting™, dagli scienziati dell’Università del New Mexico. Il team, guidato da Kjersti Aagaard e Enrico R. Barrozo, ha utilizzato la spettrometria di massa ad alta sensibilità per analizzare 175 placente, 75 delle quali associate a parti pretermine, avvenuti prima della 37esima settimana di gestazione. Micro e nanoplastiche, spiegano gli esperti, sono ormai onnipresenti nel nostro ambiente. Questo lavoro dimostra che l’esposizione alla plastica può essere dannosa per l’ambiente e la salute umana. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che le placente dei bambini nati prematuramente erano associate a concentrazioni di micro e nanoplastiche più elevate rispetto a quelle dei bimbi nati al termine della gestazione. “Le tecnologie odierne – afferma Aagaard – ci permettono di misurare con precisione queste sostanze inquinanti, in modi che prima non erano possibili. I nostri dati sono sorprendenti perché evidenziano che i parti prematuri erano correlati a concentrazioni più elevate di plastica. Questo suggerisce la possibilità che l’accumulo di plastica possa contribuire al rischio e all’insorgenza di parto prematuro”. “Questo lavoro – concludono gli scienziati – si aggiunge al corpus crescente di prove che dimostrano i rischi derivanti dall’esposizione alle microplastiche sulla salute e sulle malattie”.(30Science.com)
Valentina Di Paola
I bimbi prematuri sono esposti a più micro e nano plastiche
(31 Gennaio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).