Valentina Di Paola

La fauna si studia meglio se gli animali trasportano la telecamera

(28 Gennaio 2025)

Roma – I filmati catturati dalle telecamere trasportate direttamente dagli animali permettono di migliorare notevolmente l’accuratezza delle stime legate alla fauna selvatica. Lo dimostra uno studio, pubblicato sulla rivista PeerJ Life and Environment, condotto dagli scienziati dell’Università di Otago, del Tawaki Trust, della Global Penguin Society, dell’Antarctic Research Trust e del CONICET in Argentina. Il team, guidato da Owen Dabkowski, ha utilizzato le PenguCam, telecamere trasportate dagli animali, per migliorare la comprensione delle interazioni predatore-preda negli habitat naturali. Questi dispositivi, spiegano gli esperti, consentono agli scienziati di osservare comportamenti e relazioni altrimenti inaccessibili. Gli autori hanno sviluppato una serie di fattori di correzione che permettono una misurazione accurata delle dimensioni delle prede direttamente dalle riprese video. Tali dati aiutano gli scienziati a stimare il contenuto energetico delle prede e offrono una visione senza precedenti del comportamento alimentare della fauna selvatica. Il sistema è stato testato grazie alle immagini di pinguini di Humboldt, Tawaki e reali, che sono state utilizzate per stabilire fattori di correzione necessari a convertire le misurazioni in pixel in dimensioni reali. Il metodo tiene conto di variabili come distanza, rifrazione e distorsione, fornendo uno strumento pratico per stime precise. “Abbiamo ideato un nuovo approccio – sostiene Dabkowski – che consente di calcolare l’energetica della preda, il che può aiutare a spiegare le decisioni prese dai predatori. Il nostro lavoro fornisce anche una tabella di riferimento e filmati di esempio che dimostrano come funziona il metodo in scenari del mondo reale”. “Questo progresso – conclude – porterà benefici ai ricercatori che indagano sulle interazioni in acqua e sulla terraferma, perché favorirà analisi più accurate sulle interazioni ecologiche, contribuendo all’osservazione di specie più sfuggenti”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).