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I delfini usano un particolare recettore sulla lingua per ottenere il latte della madre

(24 Gennaio 2025)

Roma – Gli scienziati hanno scoperto che i giovani delfini tursiopi hanno recettori specializzati per rilevare gli acidi grassi nel latte materno. Queste scoperte, pubblicate sulla rivista Marine Mammal Science, offrono importanti spunti su come questi mammiferi marini crescono, si nutrono e comunicano. Le nuove scoperte sfidano le precedenti ipotesi sui sistemi sensoriali dei cetacei. A differenza dei mammiferi terrestri, i delfini e altri mammiferi marini hanno capacità olfattive limitate: il loro senso dell’olfatto è in gran parte non funzionale negli ambienti acquatici. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che i delfini avessero altri modi di percepire l’ambiente circostante e di individuare il cibo.

Il grasso svolge un ruolo essenziale nel fornire energia e nel sostenere lo sviluppo del cervello nei cuccioli di delfino, che dipendono interamente dal latte materno durante le prime fasi della loro vita.

“Abbiamo esaminato la lingua di un giovane delfino tursiope indo-pacifico e abbiamo confermato strutture speciali che potrebbero aiutarlo a rilevare il grasso”, afferma il primo autore dello studio Hinako Katsushima della Graduate School of Environmental Science presso l’Università di Hokkaido in Giappone. “Nella parte posteriore della lingua, c’è una fila a forma di V di recettori del gusto che sono specificamente sintonizzati per captare gli acidi grassi. Questi recettori hanno anche enzimi che aiutano a scomporre il grasso, rendendo più facile per il delfino percepirlo ed elaborarlo”.

In un secondo esperimento, il team ha dato ai giovani delfini la possibilità di scegliere tra due liquidi: uno contenente latte e l’altro una soluzione torbida. Il delfino ha mostrato una preferenza inaspettata per la soluzione torbida. Ciò rafforza la scoperta che i delfini possono distinguere tra i due liquidi, ma i ricercatori non sono sicuri del motivo per cui hanno evitato il latte. Una possibilità è che abbiano trovato il latte non familiare (era una miscela di latte di due femmine) e quindi lo abbiano evitato per paura di nuovi cibi, un’abitudine chiamata neofobia.

“I nostri risultati suggeriscono che la capacità di rilevare gli acidi grassi nel latte materno fa parte di un sistema specializzato di “gusto dei grassi” che potrebbe aiutare i delfini a valutare il valore nutrizionale del loro cibo”, afferma il professore associato Takashi Hayakawa della Facoltà di Scienze della Terra Ambientali presso l’Università di Hokkaido, che ha guidato lo studio. “In natura, dove le diete ricche di grassi sono fondamentali per la sopravvivenza, questa capacità potrebbe fornire ai delfini un vantaggio evolutivo, consentendo loro di selezionare latte di alta qualità dalle loro madri e in seguito valutare il contenuto nutrizionale delle loro prede”.

Il nuovo studio apre nuove strade per comprendere come i mammiferi marini percepiscono e interagiscono con il loro ambiente, così come come comunicano e si procurano il cibo in natura. Saranno necessarie ulteriori ricerche per esplorare l’intera portata di questo sistema del “gusto grasso” e come funziona in altre specie marine. (30Science.com)

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