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Nel 2024 ondate di calore hanno portato a sbiancamento di oltre 80 % Barriera Corallina

(21 Gennaio 2025)

Roma – Un team di scienziati marini dell’Università di Sydney ha pubblicato il primo studio sottoposto a revisione paritaria che documenta i devastanti eventi di sbiancamento dei coralli verificatisi nella Grande Barriera Corallina meridionale all’inizio del 2024. Guidata dalla professoressa Maria Byrne della School of Life and Environmental Sciences, la ricerca evidenzia l’allarmante impatto delle ondate di calore marine senza precedenti sugli ecosistemi corallini, sollevando urgenti preoccupazioni per la biodiversità marina e le comunità che dipendono da questi ecosistemi vitali.

Lo studio, pubblicato su Limnology and Oceanography Letters , fornisce informazioni fondamentali sull’entità dello sbiancamento e della mortalità dei coralli durante l’ondata di calore marino globale del 2023-2024. Il team di ricerca ha monitorato meticolosamente la salute di 462 colonie di coralli presso la stazione di ricerca della Grande Barriera Corallina dell’Università di Sydney a One Tree Island per un periodo di 161 giorni.

I risultati hanno rivelato che il 66 percento delle colonie era sbiancato entro febbraio 2024 e l’80 percento entro aprile. A luglio, il 44 percento delle colonie sbiancate era morto, con alcuni generi di corallo, come Acropora , che hanno sperimentato un sorprendente tasso di mortalità del 95 percento.

Il professor Byrne ha affermato: “Le nostre scoperte sottolineano l’urgente necessità di agire per proteggere le barriere coralline, che non sono solo hotspot di biodiversità, ma anche cruciali per la sicurezza alimentare e la protezione costiera. La Grande barriera corallina meridionale, nonostante il suo stato protetto, non è stata immune allo stress termico estremo che ha innescato questo catastrofico evento di sbiancamento”.

La ricerca evidenzia anche la complessa interazione tra stress da calore, insorgenza di malattie e mortalità dei coralli. In particolare, i coralli Goniopora hanno sviluppato la malattia della banda nera, contribuendo agli alti tassi di mortalità osservati. Lo studio sottolinea che la rapida insorgenza di sbiancamento e malattie nei coralli precedentemente considerati resilienti pone sfide significative per prevedere la futura composizione degli ecosistemi delle barriere coralline in un mondo che si riscalda.

La professoressa Ana Vila Concejo , coautrice dello studio della School of Geosciences, ha affermato: “Questa ricerca è un campanello d’allarme per i decisori politici e gli ambientalisti. La resilienza delle barriere coralline è messa alla prova come mai prima d’ora e dobbiamo dare priorità a strategie che migliorino la loro capacità di resistere ai cambiamenti climatici. Le nostre scoperte sottolineano la necessità di interventi di gestione immediati ed efficaci per salvaguardare questi ecosistemi”.

Le implicazioni di questa ricerca vanno oltre l’ecologia e la conservazione. Le barriere coralline forniscono servizi essenziali alle comunità umane, tra cui pesca, turismo e protezione costiera. Mentre la Grande Barriera Corallina affronta crescenti minacce dovute al cambiamento climatico, lo studio richiede un approccio collaborativo alla conservazione che coinvolga comunità locali, scienziati e decisori politici.

La dott. ssa Shawna Foo , Sydney Horizon Fellow e co-autrice dello studio, ha affermato: “Vedere gli impatti su una barriera corallina che finora ha ampiamente evitato lo sbiancamento di massa è devastante. Gli alti tassi di mortalità e malattia, in particolare in un’area così remota e incontaminata, evidenziano la gravità della situazione. Sebbene lo stato di elevata protezione della barriera corallina potrebbe non aver impedito gli impatti dell’ondata di calore, sarà fondamentale osservare il suo ruolo nel facilitare il recupero”.(30Science.com)

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