Roma – I limiti alle emissioni di solfati dalle navi ha avuto l’effetto paradossale di contribuire al caldo record del 2023. È quanto emerge da uno studio firmato da Ilaria Quaglia e Daniele Visioni della Cornell University che hanno pubblicato i loro risultati su Earth System Dynamics. L’estate del 2023 ha visto un sorprendente aumento delle temperature globali, anche nel contesto dell’attuale tendenza al riscaldamento causato dai gas serra. Molti scienziati sono rimasti sconcertati. Le loro simulazioni non avevano previsto questo tipo di picco. “Gli scienziati del clima – ha dichiarato Daniele Visioni – dicevano che era sostanzialmente impossibile, che era folle vedere un simile salto tutto in una volta. Non si era mai visto nulla del genere.” Per far luce sul mistero Visoni e Quaglia si sono concentrati sugli effetti di una normativa dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) entrata in vigore nel 2020. Il regolamento imponeva alle navi di utilizzare carburante con un contenuto di zolfo non superiore allo 0,5 per cento, in calo rispetto al limite precedente del 3,5 per cento. Questa riduzione ha portato a una diminuzione di oltre l’80 per cento delle emissioni totali di ossido di zolfo dalle spedizioni. Ma con il calo di queste specifiche emissioni è diminuita anche la quantità di particelle di aerosol nell’atmosfera, riducendo la copertura nuvolosa e quindi la capacità del pianeta di respingere la radiazione solare e il suo calore. I ricercatori della Cornell hanno esaminato le anomalie mensili della temperatura globale nel periodo 2020-23, rimuovendo il contributo lineare presunto dei gas serra e della stagionalità, al fine di determinare l’impatto del settore delle spedizioni navali sulle anomalie della temperatura. Hanno scoperto che la rimozione dell’anidride solforosa dal carburante per le spedizioni ha probabilmente aumentato la temperatura del pianeta di 0,08 gradi Celsius.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Con meno emissioni dalle navi, temperature globali più alte
(14 Gennaio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla