Valentina Di Paola

I divieti sulla pubblicità possono contrastare il fumo

(14 Gennaio 2025)

Roma –  L’attuazione di divieti sulla pubblicità, promozione e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco è associata a una probabilità inferiore del 20 per cento di fumare. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Tobacco Control, condotto dagli scienziati della Griffith University School of Medicine and Dentistry, in Australia. Il team, guidato da Christina Saad, ha esplorato l’impatto dei divieti totali di pubblicità, promozione e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco sulla prevalenza, l’assunzione e la cessazione del fumo, basandosi su un corpus di lavori pubblicati fino ad aprile 2024. In totale, sono stati inclusi 16 studi che coinvolgevano circa mezzo milione di partecipanti. Il vizio del fumo, spiegano gli esperti, rappresenta una minaccia sanitaria globale importante, tanto che nel 2019, oltre un miliardo di persone in tutto il mondo ha fumato regolarmente tabacco, e nello stesso anno si contano circa otto milioni di decessi correlati all’abitudine. L’Organizzazione mondiale della sanità ha pertanto definito delle linee guida per i Paesi su come adottare politiche globali di controllo del tabacco, tuttavia, solo 17 delle 182 parti coinvolte hanno implementato divieti totali per tutti i tipi elencati di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco, mentre 37 non hanno adottato alcuna misura. L’analisi ha mostrato che i divieti erano associati a una prevalenza del fumo inferiore del 20 per cento e un rischio di assunzione di tabacco inferiore del 37 per cento. Non sono state riscontrate prove della correlazione tra l’adozione dei divieti e la cessazione del fumo. La maggior parte delle ricerche si basava su modelli osservazionali e non prevedere comparatori diretti, per cui gli autori precisano che sarà necessario condurre ulteriori analisi per trarre inferenze causali. “La pubblicità e la promozione del tabacco – scrivono gli scienziati – aumentano la consapevolezza e la ricettività verso le sigarette e provocano atteggiamenti positivi verso il fumo di tabacco. I giovani adulti e i ragazzi sono particolarmente suscettibili alle influenze negative della pubblicità del tabacco, poiché l’esposizione al marketing raddoppiava la possibilità di iniziare a fumare”. “I nostri risultati – concludono gli studiosi – suggeriscono che i divieti di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco possono rappresentare un approccio efficace per ridurre la prevalenza del fumo e il rischio di iniziare a fumare. Questi dati rafforzano la necessità di implementare e far rispettare i divieti esistenti sulla pubblicità del tabacco”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).