Valentina Di Paola

“Picci picci”, il baby talk piace e fa bene ai bambini

(13 Dicembre 2021)

(30Science.com)  – Roma, 13 dic. –  Il baby talk, quel modo istintivo di parlare ai bambini usando una tonalità più alta, scandendo bene la pronuncia e dilatando le sillabe, potrebbe effettivamente aiutare i più piccoli a comprendere meglio il contesto della comunicazione.

Lo rivela uno studio, pubblicato sul Journal of Speech, Language and Hearing Research, condotto dagli scienziati dell’Università della Florida e della McGill University, che hanno esaminato la funzione del baby talk. Il team, guidato da Matthew Masapollo, ha modificato i suoni di frequenza per imitare un tratto vocale di un bambino o di un adulto, ed esposto un gruppo di piccoli partecipanti, di età compresa tra quattro e otto mesi, ai file audio.

Sembra che questo modo di parlare possa stimolare la produzione motoria del linguaggio oltre che la comprensione delle parole – osserva Masapollo – i partecipanti tra sei e otto mesi mostravano una preferenza marcata per il linguaggio con risonanze del tratto vocale simile al loro. I bambini tra quattro e sei mesi invece non sembravano mostrare questa attinenza”. “Il baby talk può sembrare una pratica sciocca – commenta Linda Polka della McGill University – ma in realtà potrebbe avere una certa utilità. Si tratta di un modo per interagire con il bambino e mostrare qualcosa sulla produzione del linguaggio e prepararlo a elaborare la propria voce”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).