(30Science.com) – Roma, 13 dic. – Il baby talk, quel modo istintivo di parlare ai bambini usando una tonalità più alta, scandendo bene la pronuncia e dilatando le sillabe, potrebbe effettivamente aiutare i più piccoli a comprendere meglio il contesto della comunicazione.
Lo rivela uno studio, pubblicato sul Journal of Speech, Language and Hearing Research, condotto dagli scienziati dell’Università della Florida e della McGill University, che hanno esaminato la funzione del baby talk. Il team, guidato da Matthew Masapollo, ha modificato i suoni di frequenza per imitare un tratto vocale di un bambino o di un adulto, ed esposto un gruppo di piccoli partecipanti, di età compresa tra quattro e otto mesi, ai file audio.
“Sembra che questo modo di parlare possa stimolare la produzione motoria del linguaggio oltre che la comprensione delle parole – osserva Masapollo – i partecipanti tra sei e otto mesi mostravano una preferenza marcata per il linguaggio con risonanze del tratto vocale simile al loro. I bambini tra quattro e sei mesi invece non sembravano mostrare questa attinenza”. “Il baby talk può sembrare una pratica sciocca – commenta Linda Polka della McGill University – ma in realtà potrebbe avere una certa utilità. Si tratta di un modo per interagire con il bambino e mostrare qualcosa sulla produzione del linguaggio e prepararlo a elaborare la propria voce”. (30Science.com)