Valentina Di Paola

Nuovo approccio contro l’obesità

(16 Dicembre 2024)

Roma –  La modulazione degli endocannabinoidi nel cervello potrebbe rappresentare un approccio promettente contro l’obesità. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati del centro di ricerca ospedaliero affiliato all’Université de Montréal (CRCHUM). Il team, guidato da Stephanie Fulton, David Lau e Stephanie Tobin, ha analizzato i meccanismi del sistema nervoso che controllano la necessità di mangiare e svolgere attività fisica, e il modo in cui il loro metabolismo influenzi l’umore. I ricercatori hanno utilizzato un modello murino per dimostrare che il controllo del peso corporeo è fortemente modulato dai neuroni del nucleo accumbens, una regione del cervello ricca di endocannabinoidi. Quest’area, sostengono gli esperti, aiuta a regolare la ricompensa alimentare e l’attività fisica. In particolare, riportano gli autori, l’enzima ABHD6 degrada una molecola endocannabinoide chiave nota come 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). L’inibizione di questo enzima protegge dal diabete e riduce il peso corporeo. “Ci aspettavamo che l’aumento dei livelli di 2-AG avrebbe stimolato l’assunzione di cibo – afferma Fulton – in realtà abbiamo osservato che gli animali tendevano a essere meno interessati a mangiare e più propensi a svolgere attività fisica”. Iniettando un inibitore mirato dell’ABHD6 nel cervello dei topi, i ricercatori hanno osservato un effetto protettivo nei confronti dell’aumento di peso. La capacità di indirizzare specifici percorsi neuronali nel cervello per controllare il peso è cruciale per gli scienziati di oggi. A seconda dell’area del cervello mirata, l’inibizione di ABHD6 può avere effetti contrastanti. Nel 2016, il gruppo di ricerca ha scoperto che il blocco dell’ABHD6 in alcuni neuroni ipotalamici rendeva i modelli animali resistenti alla perdita di peso. Nel nuovo lavoro, invece, è emerso che l’inibizione di questa molecola a livello cerebrale ha l’effetto netto di ridurre l’aumento di peso associato a una dieta ricca di grassi. “Non abbiamo osservato segni di ansia o depressione – commenta ancora Fulton – il che è molto importante, dato che il Rimonabant, un farmaco dimagrante che agisce sui recettori dei cannabinoidi nel sistema nervoso centrale, è stato ritirato dal mercato alla fine degli anni 2000 dopo che i soggetti che assumevano il farmaco avevano segnalato gravi effetti come depressione e tendenze suicide”. “Questo lavoro – conclude – apre la strada a nuove terapie volte a contrastare l’obesità e i disturbi metabolici come il diabete di tipo 2. Nei prossimi step, sarà fondamentale valutare se gli effetti derivanti dall’inibizione dell’enzima siano similari anche negli esseri umani”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).