Gianmarco Pondrano d'Altavilla

GB leader mondiale nella repressione degli eco-attivisti

(13 Dicembre 2024)

Roma – Il Regno Unito è leader mondiale nella repressione dell’attivismo per il clima. La polizia britannica arresta i manifestanti ambientalisti a un ritmo quasi tre volte superiore alla media mondiale. Solo l’Australia ha arrestato manifestanti per il clima e l’ambiente a un tasso più alto rispetto alla polizia del Regno Unito. Una protesta ecologica su cinque in Australia ha portato ad arresti, rispetto a circa il 17 per cento nel Regno Unito. Il tasso medio globale è del 6,7 per cento. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Università di Bristol. “C’è una crescente criminalizzazione – ha affermato Oscar Berglund, economista politico presso l’Università di Bristol che ha guidato lo studio – e repressione delle proteste per il clima e l’ambiente. Questo tipo di proteste è aumentato e la risposta a ciò è stata una repressione che deve essere vista nel contesto politico più ampio di un crollo dell’azione per il clima”. La ricerca ha riscontrato un aumento nel numero e nella percentuale di proteste legate al clima e all’ambiente nell’ultimo decennio, e ha rilevato che gli Stati invece di adottare politiche più green in risposta, si stano concentrando sull’uso della legge contro i manifestanti. Berglund e i suoi colleghi hanno esaminato i dati raccolti dal database Armed Conflict Location and Event Data tra il 2012 e il 2023, concentrandosi specificamente sui paesi che avevano registrato più di 1.000 eventi di protesta per quel periodo. Hanno poi ristretto la loro attenzione a 14 paesi che rappresentano tutti e sei i continenti popolati per un’analisi qualitativa. Seguendo la convenzione accademica, hanno tracciato una distinzione terminologica tra protesta ambientale e protesta climatica. Le proteste ambientali sono state definite come quelle che prendono di mira progetti ritenuti ecologicamente distruttivi come l’estrazione mineraria, le dighe o le costruzioni su larga scala, mentre le proteste climatiche sono un fenomeno generalmente più recente, concentrato principalmente nel nord del mondo. Sono geograficamente separate dai progetti a cui si oppongono e hanno richieste politiche più ampie. I ricercatori hanno scoperto che entrambi i tipi di protesta erano aumentati, ma i dati hanno mostrato un aumento particolarmente netto nel numero di proteste sul clima verso la fine del decennio 2010-2011, in concomitanza con la crescita del movimento Fridays for Future guidato dai giovani e di gruppi come Extinction Rebellion nel Regno Unito e Sunrise Movement negli Stati Uniti. Nei paesi studiati, in media il 6,7 per cento delle proteste per il clima e l’ambiente ha portato ad arresti, ma la cifra varia notevolmente, con i tassi più elevati nel Nord del mondo, non solo in Australia e Regno Unito, ma anche in Norvegia, con un tasso del 15,1 per cento. I paesi con i tassi di arresti più bassi sono stati il Brasile con lo 0,6 per cento, il Perù con il 2 per cento e l’Uganda con il 2,2 per cento, ma sono stati anche i paesi con i livelli più alti di violenza da parte della polizia. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla