Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Sostenibilità: India, inquinamento atmosferico ha portato a mln di morti

(12 Dicembre 2024)

Roma – L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico ha contribuito a milioni di decessi in India. E’ quanto emerge da uno studio guidato dal Karolinska Institutet e pubblicato su The Lancet Planetary Health. “Abbiamo scoperto – afferma Petter Ljungman, coautore e ricercatore presso l’Istituto di medicina ambientale del Karolinska Institutet – che ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo nella concentrazione di PM2,5 ha portato a un aumento dell’8,6 percento della mortalità”. L’inquinamento atmosferico costituito da particelle di diametro inferiore a 2,5 micrometri, (PM2,5), può entrare nei polmoni e nel flusso sanguigno e rappresenta un rischio importante per la salute in India. I ricercatori hanno esaminato il collegamento tra queste particelle e la mortalità in un periodo di dieci anni. Lo studio si basa sui dati di 655 distretti in India tra il 2009 e il 2019. I risultati mostrano che circa 3,8 milioni di decessi nel periodo possono essere collegati a livelli di inquinamento atmosferico eccessivi, stando alle linee guida sulla qualità dell’aria dell’India che prevedono un valore soglia di 40 microgrammi per metro cubo. Se invece si considerano le linee guida più severe raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – che considerano un valore di 5 microgrammi per metro cubo – la cifra sale a 16,6 milioni di decessi. Si tratta di quasi il 25 percento di tutta la mortalità durante il periodo di studio. La ricerca evidenzia inoltre che l’intera popolazione indiana vive in aree in cui i livelli di PM2,5 superano le linee guida dell’OMS. Ciò significa che quasi 1,4 miliardi di persone sono esposte anno dopo anno a livelli di inquinamento atmosferico che possono influire negativamente sulla salute. In alcune regioni sono stati misurati livelli fino a 119 microgrammi per metro cubo. “I risultati – conclude Ljungman – mostrano che le attuali linee guida in India non sono sufficienti a proteggere la salute. Regolamentazioni e misure più severe per ridurre le emissioni sono di fondamentale importanza”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla