Valentina Di Paola

Gli scimpanzé mettono in atto i comportamenti complessi tipici degli umani

(5 Dicembre 2024)

Roma – Le abilità fondamentali alla base del linguaggio umano e della cultura tecnologica potrebbero essere emerse prima che gli esseri umani e i primati prendessero strade differenti nel percorso evolutivo. Questa curiosa ipotesi è stata suggerita da uno studio, pubblicato sulla rivista PeerJ, condotto dagli scienziati dell’Università di Oxford che hanno collaborato con esperti affiliati a istituzioni in Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Svizzera e Giappone. Il team, guidato da Elliot Howard-Spink, ha osservato degli scimpanzé mettere in atto comportamenti complessi simili a quelli umani, che implicano la produzione di sequenze elaborate. Molti atteggiamenti della nostra specie, spiegano gli esperti, richiedono la capacità di organizzare le attività in blocchi gerarchici e di comprendere le relazioni tra elementi distanti tra loro. Ad esempio, preparare una tazza di tè o caffè richiede l’esecuzione di una serie di azioni individuali nel giusto ordine, come far bollire l’acqua prima di versarla e aggiungere l’aroma. I compiti vengono quindi suddivisi in blocchi risolvibili composti da azioni individuali, che possono essere interrotte per aggiungere passaggi, se necessario. Non si sapeva se la capacità di organizzare in modo flessibile i comportamenti in questo modo fosse esclusiva degli esseri umani o presente anche in altre specie. In questo lavoro, gli autori hanno analizzato gli scimpanzé selvatici nella foresta di Bossou, in Guinea. Gli animali sono stati osservati mentre utilizzavano strumenti per rompere il guscio duro delle noci. I ricercatori hanno registrato le sequenze di azioni eseguite dai primati per un totale di circa 8.260 azioni per oltre 300 noci. Utilizzando modelli statistici all’avanguardia, gli esperti hanno evidenziato delle relazioni tra le azioni sequenziali degli scimpanzé e quelle tipiche dei comportamenti umani. Metà degli esemplari adulti sembrava associare azioni che erano molto più avanti nella sequenza di quanto previsto se le azioni fossero state semplicemente collegate tra loro singolarmente. Ciò fornisce un’ulteriore prova del fatto che gli scimpanzé pianificano sequenze di azioni e quindi regolano le loro prestazioni in base alle esigenze. Nei prossimi step, gli scienziati cercheranno di comprendere come emergono le relazioni tra le azioni durante l’organizzazione dei comportamenti, dato che i risultati di questo lavoro suggeriscono che la maggior parte degli scimpanzé ha sviluppato un’organizzazione simile agli esseri umani. “La capacità di organizzare in modo flessibile le azioni individuali – afferma Howard-Spink – è stata probabilmente la chiave del successo globale degli esseri umani. I nostri dati evidenziano che gli aspetti fondamentali dei comportamenti sequenziali umani potrebbero essersi evoluti prima dell’ultimo antenato comune di esseri umani e scimpanzé, e potrebbero poi essere stati ulteriormente elaborati durante la successiva evoluzione degli ominidi”. “C’è stato un rinnovato interesse – conclude Thibaud Gruber, dell’Università di Ginevra – nella co-evoluzione del linguaggio e nell’uso di utensili in pietra nell’evoluzione umana, e il nostro studio contribuisce a questo dibattito. Mentre la connessione tra i nostri risultati e l’uso di utensili in pietra da parte degli ominidi primitivi può essere resa più facilmente, il modo in cui questo si collega all’evoluzione di altri comportamenti complessi, come il linguaggio, rimane un’entusiasmante strada di ricerca futura”. (30Science.com)

 

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Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).