Roma – Brevi sessioni di intenso sforzo fisico occasionale, della durata inferiore a cinque minuti ciascuna, possono quasi dimezzare il rischio di un evento cardiovascolare grave, come un infarto o un’insufficienza cardiaca, tra le donne che non si allenano regolarmente. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, condotto dagli scienziati del Mackenzie Wearables Research Hub, presso l’Università di Sydney. Il team, guidato da Emmanuel Stamatakis, ha considerato i dati della biobanca britannica, relativi a 81.052 uomini e donne di mezza età che avevano indossato un activity tracker per una settimana tra il 2013 e il 2015. In età adulta, spiegano gli esperti, periodi prolungati di attività fisica ad alta intensità sono notoriamente associati a rischi significativamente inferiori di malattie cardiovascolari, ma si sa poco in merito alle sessioni di esercizio più brevi, che spesso fanno parte di una routine quotidiana. Nell’ambito dell’indagine, i partecipanti sono stati divisi tra coloro che hanno dichiarato di non svolgere alcun esercizio fisico regolare e strutturato o di fare solo una passeggiata ricreativa una volta alla settimana e chi si allenava regolarmente. La salute cardiovascolare è stata monitorata alla fine di novembre 2022 e sono stati raccolti i dettagli dei ricoveri ospedalieri o dei decessi per infarto, ictus e insufficienza cardiaca. Tra le persone più sedentarie, si sono verificati 331 e 488 episodi di eventi cardiovascolari gravi rispettivamente tra donne e uomini. Dopo aver tenuto conto di fattori di rischio potenzialmente influenti, gli autori hanno scoperto che le donne che svolgevano da 1,5 a 4 minuti al giorno di attività di routine ad alta intensità, come salire velocemente le scale o trasportare la spesa pesante, erano associate a un rischio più basso di sperimentare tali problematiche. In particolare, le partecipanti che totalizzavano una media giornaliera di 3,4 minuti di attività breve e intensa avevano il 45 per cento di probabilità in meno di soffrire di problemi cardiovascolari, il 51 e il 67 per cento in meno di sviluppare infarto e insufficienza cardiaca, rispettivamente. Tale associazione sembrava notevolmente meno evidente tra gli uomini. In questo sottogruppo del campione iniziale, chi svolgeva in media 5,6 minuti di esercizio intenso era correlato a un rischio del 16 per cento più basso di sperimentare problemi cardiovascolari. Nelle donne, bastavano invece 1,2-1,6 minuti al giorno per ridurre del 33 per cento le probabilità di avere un infarto e del 40 per cento quelle di un’insufficienza cardiaca. Data la natura osservazionale del lavoro, gli scienziati precisano che non è possibile stabilire una relazione causa-effetto tra i fattori considerati. “Nonostante ciò – concludono gli esperti – l’attività quotidiana routinaria ad alta intensità potrebbe rappresentare un promettente obiettivo per la prevenzione degli eventi cardiovascolari gravi nelle donne che non hanno modo o voglia di intraprendere un percorso di allenamento più costante”.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Sforzi fisici brevi e intensi, così le donne dimezzano il rischio di infarto
(4 Dicembre 2024)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).